Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Giorgio Faletti vince il premio Alziator

Fonte: L'Unione Sarda
31 ottobre 2008




Kilap Gueye indossa un grand boubou giallo. Non è un caftano, e neanche una jellabah. «È un grand boubou!». Quale che sia il suo nome, fa di lui - terzo nella sezione speciale del premio Alziator - l'uomo più elegante della serata. Nel vestito, come nei modi e nell'animo. Autore di quella Panchina pubblicata da Aipsa che sta avendo il meritato successo. A vincere, nella sezione che proietta l'Alziator nella cultura mediterranea, è però l'egiziano Bahaa Taher con Amore in esilio , Ilisso. Un signore distinto che si esprime in inglese. E per fortuna quest'anno a presentare la serata è un giornalista con i fiocchi come Franco Di Mare. Che traduce e sintetizza il suo richiamo alla speranza e all'amore. Non ha bisogno di traduzioni il giovane Alen Custovic, arrivato secondo con Eloi, Eloi . Profugo da Mostar, nel '93 era un bambino quando giunse in Sardegna. «Imparai a dire eja prima ancora che sì».
Una serata lunga, condita da tanti premi, (anche Nanni Pirodda, presicdente di giuria ne ha ricevuto uno da Nereide Rudas) ma certamente interessante quella che ieri ha segnato al Lirico di Cagliari la cerimonia di premiazione della seconda edizione del concorso. Interessante soprattutto per il leit-motiv della necessità di sanare il conflitto tra cultura e storia. Di questo ha parlato uno degli scrittori ospiti (e premiati), Khaled Fouad Allam, intervistato con Marcello Fois e Dacia Maraini da un Nicola Lecca che conferma la sua straordinaria verve attoriale e la sua conoscenza degli ambienti letterari internazionali. Chiede a Fois spiegazione del miracolo della letteratura sarda e Fois risponde: «C'è chi ha lavorato per contribuire a ciò che noi siamo ora». (Si riferisce a Francesco Alziator, anima del premio, al quale - dice commossa la figlia Cristiana - «ora Cagliari restituisce tutto l'affetto che lui ha sempre avuto per la sua città»). Il giovane Lecca dà del tu anche alla Maraini, grande signora della letteratura italiana, e annuncia una notizia ghiotta: «Dacia porterà a Cuba una grande scrittrice italiana, ha scelto Grazia Deledda». Lei annuisce, così come conferma i magici racconti di Nicola sulla sua casa immersa nel parco naturale d'Abruzzo. Vive circondata da lupi, orsi, volpi, cinghiali, la Maraini, e forse per questo è così mite.
Fioccano i premi. L'ultimo, il più atteso, va a Giorgio Faletti. Con Pochi inutili nascondigli (Baldini Castoldi Dalai) supera la Croce Honninfjord (Marsilio) del giovanissimo Giovanni Montanaro. È lui a pronunciare la frase più bella della serata: «La grande speranza è che i venticinquenni che si confrontano con la letteratura e la vita si prendano sul serio». Terza Paola Sirigu, con Nel nome della madre (Atena).
Faletti, dicevamo, uomo di mondo (astigiano come Paolo Conte e questo basti). Ammette che la gioia per un premio dura due giorni, «ma quei due giorni sono proprio belli». Scrittore da 12 milioni di copie - sottolinea Di Mare - ha avuto successo come comico, come cantante (secondo a Sanremo con Minchia signor tenente ) come attore drammmatico ( La notte prima degli esami ). «Ora devo prepararmi a far sesso per la prima volta», ironizza. «Ce la farò, mi sto allenando da solo da molto tempo».
Gli altri premi? Saggistica: a Francesco Manconi, professore sassarese, per il suo Tener la patria gloriosa (Cuec). Secondi Bachisio Bandinu e Salvatore Cubeddu con Il quinto Moro Domus de janas. Terzo Andrea Casalegno (applauditissimo) con L'attentato dedicato al padre Carlo ucciso dalla Bierre.
E ancora per la sezione inediti premio (postumo) a Giuseppina Manca di Villahermosa per Alla luce della luna , pubblicato dopo anni grazie alla figlia. Per i racconti vince Vanes Ferlini ( Di sale e di terra ). Per i giovani autori Luca Ducceschi ( Tre storie di inverni neri ). Le menzioni speciali: per la saggistica a Franca Rita Porcu per Quando suonava la barilocca , Domus de Janas, per le opere inedite a Stefano Cortis ( La pulce e la lucciola) e a Silvia Serafi ( I buchi dell'anima ).
Una menzione speciale opere edite a Rita El Khayat per Georges Devereux , Armando. Alla fine tutti sul palco, (anche il regista Riccardo Coco) e su tutti sindaco, sovrintendente, Maurizio Porcelli e Ada Lai, anime dell'iniziativa. E un duo che porta in tournée in Italia il recital Donna abitata di memoria : lei è Paola Gassman, che ha regalato il momento più emozionante col canto di Paolo e Francesca. Lui è Luigi Puddu, chitarrista, che per raccontare l'amore all'inferno ha chiesto in prestito ad Albeniz la sua emozionante Asturias .
MARIA PAOLA MASALA

30/10/2008