a cura di: redazione
«Nessuno è clandestino». Lo ha gridato nel pomeriggio, sotto la pioggia, una cinquantina di partecipanti alla manifestazione organizzata da "Immigrati - Antirazzisti Cagliari". Fra loro numerosi stranieri, la maggior parte dei quali senegalesi, e sardi solidali con gli extracomunitari non ancora regolarizzati.
Il corteo, partito da piazza del Carmine poco dopo le 15.30, ha attraversato la città lungo via Roma, largo Carlo Felice, piazza Yenne, via Manno, piazza Costituzione, e via del Fossario, fino a piazza Palazzo.
Obiettivo dell'iniziativa, chiedere a gran voce, al Prefetto di Cagliari, più diritti per i migranti. Almeno quattro le urgenze riportate sul volantino e predicate durante la marcia: «Riaprire i termini della sanatoria in corso a condizioni più ragionevoli con la garanzia di ottenere il permesso di soggiorno; permessi di soggiorno per chi è stato derubato da organizzazioni di truffatori, permessi di soggiorno per chi ha già pagato per la regolarizzazione del 2009, cittadinanza per chi è nato in Italia».
Non è un caso che sia stato scelto il 15 ottobre per sfilare in città: è la data di scadenza della sanatoria concessa agli immigrati per ottenere il permesso di soggiorno ma «con condizioni impossibili da soddisfare». Condizioni impossibili, sebbene per altri versi, anche quelle del Centro di prima accoglienza di Elmas, definito dai manifestanti «lager, campo di prigionia e teatro di violenze, autolesionismo e tentativi di suicidio». Era stato istituito nel 2008, ora se ne chiede la chiusura immediata e definitiva.
Secondo i dati Istat del 2011, la popolazione straniera nell'isola (circa 38 mila immigrati, oltre 5500 dei quali nella sola città di Cagliari) cresce al 255% rispetto alla popolazione sarda, dando un apporto fondamentale dal punto di vista demografico. Ma sono dati, tuttavia, che non tengono conto degli immigrati non ancora regolarizzati: di tutti quelli, cioè, che ora chiedono segnali significativi dalla Prefettura