Le richieste della Confesercenti
I titolari dei baretti del Poetto lanciano un appello per evitare la rimozione - sarebbe la terza nel giro di un anno - delle strutture alla fine di ottobre. Ieri gli imprenditori si sono riuniti in assemblea nella sede della Confesercenti: a fine mese scadranno le autorizzazioni edilizie.
«Nell'arco di questi ultimi dodici mesi», ha spiegato Sergio Mascia, rappresentante della Fiba (federazione italiana imprese balneari) e presidente del consorzio Poetto service, «la maggioranza dei titolari dei baretti sono stati costretti a smontare e rimontare le strutture per ben due volte: la prima volta nell'ottobre del 2011 e la seconda in occasione dell'apertura del cantiere per ripulire la spiaggia dall'Eternit. Due interventi che per gli imprenditori hanno rappresentato un a spesa molto onerosa. Rimuovere per la terza volta i chioschi non sarebbe per i concessionari sopportabile dal punto di vista economico».
IL COMUNE All'incontro ha partecipato anche l'assessore comunale all'Urbanistica Paolo Frau. L'esponente della giunta Zedda ha illustrato la lunga procedura amministrativa che dovrebbe portare entro la fine del mese all'approvazione del Piano di utilizzo dei litorali e della variante al Piano urbanistico comunale: strumenti indispensabili per evitare che a novembre i baretti vengano smontati. «La Confesercenti», si legge in un comunicato «nel far proprie le richieste dei concessionari, invita Giunta e Consiglio comunale, maggioranza ed opposizione, a recepire la gravità e l'urgenza di tutto ciò e li invita ad approvare entro il 31 ottobre gli atti urbanistici, che risulteranno, anche se non definitivi, un importante segnale per gli operatori della spiaggia del Poetto, colmando così un vuoto amministrativo lasciato in eredità dalle precedenti amministrazioni».
SABBIA Nel frattempo il consigliere comunale dell'Idv Giovanni Dore ha presentato un ordine del giorno per salvare la sabbia bianca rimasta al Poetto dopo il ripascimento: «Secondo la valutazione degli esperti diverse migliaia di metri cubi della sabbia bianca finissima» che caratterizzava il lungomare «finisce per depositarsi nelle strade limitrofe e nei giardini delle ville. Paradossalmente la normativa ambientale vigente la classifica come rifiuto». Secondo Dore vanno create delle barriere per evitare che la sabbia si disperda.