Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Questo posto fa gola»

Fonte: L'Unione Sarda
15 ottobre 2012


MONTE URPINU. Il gestore del “Sesto Senso” parla dopo il sequestro

Fontana non si arrende: il locale è in regola

«Non ho paura a dirlo: hanno fatto di tutto per farmi fuori. Il belvedere di Monte Urpinu fa gola a troppe persone». Massimiliano Fontana è il gestore del Sesto Senso, sequestrato venerdì dalla Polizia municipale su decreto del pm Marco Cocco. Secondo le accuse il locale non aveva le autorizzazioni per lo svolgimento dell'attività di discoteca, ha violato le norme di sicurezza e ha creato disturbo per la quiete pubblica.
LA CONCESSIONE «Vi svelo un aspetto curioso», racconta Fontana. «La concessione è in scadenza e uno dei motivi per cui il rinnovo può essere negato è una contestazione penale. Semplice coincidenza?»
La storia del Sesto Senso targato Ajo, la società di Fontana che ha ottenuto in gestione il parco e il locale, è tormentata. Investimenti ingenti per rimettere a posto il verde e la struttura seguendo le rigide norme paesaggistiche, la partenza nel luglio del 2010 e l'assunzione di otto persone. Ogni mese, tra canone (3000 euro), bollette e buste paga, le spese raggiungono i 25mila euro. «Non mi rassegno», chiarisce il gestore, «soprattutto per i ragazzi assunti. C'è chi ha messo in piedi famiglia. Lunedì sarò in Procura per chiedere il dissequestro. Vorrei poter essere ricevuto dal sindaco Zedda, dalla giunta e anche da una rappresentanza del Consiglio per capire cosa succederà. Lo devono ai dipendenti, agli otto nostri collaboratori e ai tanti fornitori che ruotano intorno al Sesto Senso».
LE PROTESTE I problemi non sono mai mancati. «In questi due anni abbiamo ricevuto controlli ed esposti da parte di presunti comitati di residenti per la musica alta. Non è mai emerso nulla di particolare. Poi abbiamo scoperto che le proteste erano riconducibili a una sola persona. Il nostro scopo è quello di lavorare senza creare danni a nessuno».
Fontana respinge le contestazioni avanzate da Municipale e dal pm che ha firmato il decreto di sequestro. «Per l'attività musicale non abbiamo l'autorizzazione: la chiediamo da tre anni al Comune e ci è stata negata per motivazioni poco plausibili. Ci accusano di essere una discoteca ma non facciamo pagare ingresso o consumazioni. È solo intrattenimento musicale». Ci sarebbero anche violazioni sulle norme di sicurezza: «Avremmo superato la capienza che non può esistere in un parco come è classificata l'area del locale. Altro cavillo: vie di esodo non asfaltate, ma non possiamo farci nulla a causa dei vincoli paesaggistici». Fontana promette battaglia: «Andrò avanti. Lo farò per i miei dipendenti. Venerdì, dopo il sequestro, sono andati via in lacrime».
Matteo Vercelli