15/10/2012 01:10di Federica Lai
La nascita di una cooperativa Rom. Questo è il progetto a cui sta lavorando, Lorena Cordeddu, assessore provinciale al Lavoro, insieme a Gonaria Carta, responsabile del Centro Servizi Lavori, dopo che un gruppo di Rom si è presentato nella sede provinciale, in via Giudice Guglielmo, chiedendo di poter essere aiutati nel legalizzare il loro lavoro. “Recentemente abbiamo interloquito con un gruppo di Rom: sono venuti loro alla Provincia a chiederci di poter essere aiutati nella creazione di impresa – dice l’assessore Lorena Cordeddu-. In un’ottica più ampia di inclusione sociale loro hanno manifestato l’esigenza di voler uscire da un lavoro in nero, quindi illegale, legato alla lavorazione del rame, demolizioni, e raccolta dei rifiuti. Sono venuti loro da noi, e questo è importante, chiedendoci un supporto per poter creare loro una cooperativa. Già dalla settimana scorsa abbiamo indirizzato tutti i Rom al nostro Centro servizi per il lavoro di Cagliari: sono circa 50 e sono stati raggruppati per iniziativa. Non tutti possono essere adatti a fare impresa, quindi vanno informati con una serie di seminari per l’inserimento lavorativo, per spiegare tutto quello che va fatto a livello burocratico, e per capire se si è predisposti: si tratta dello stesso metodo che usiamo con tutti i nostri cittadini. Poi abbiamo iniziato il percorso di approfondimento sulla creazione di impresa, esponendo loro come si crea una cooperativa, quali sono le incombenze, e si proseguirà con altri incontri. Insomma abbiamo iniziato con loro un percorso di inserimento lavorativo, che è solo una parte di un grande progetto di inclusione sociale, ed è positivo che vogliano uscire da un sistema che li esclude, mantenendo sicuramente il loro tipico stile di vita. Da questi primi incontri – conclude l’assessore Cordeddu- abbiamo riscontrato una certa disponibilità da parte loro, e molta motivazione e serietà”. “Ci siamo accorti che lavorare in nero non era una cosa giusta, e con questo progetto non stiamo rubando il lavoro a nessuno: stiamo solo cercando di crearne uno nostro”, afferma Boban, presidente dell’associazione “Dosta” (“Basta” in italiano), creata di recente proprio per interloquire con le istituzioni.
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