Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Oggi la prima visita al monumento

Fonte: La Nuova Sardegna
15 ottobre 2012

Massimo Zedda: restituiamo alla città una grande ricchezza. Marco Minoja: molto gravi i danni prodotti alla struttura

ANFITEATRO ROMANO»VIA LA LEGNAIA

 
 

di Roberto Paracchini wCAGLIARI

Che sia stata una vendetta trasversale, di quelle in stile spy story contro l’esecuzione della condanna dei cristiani dei primi secoli dopo Cristo? Di certo il rivestimento in legno per l’anfiteatro romano (che nei primi secoli dopo Cristo ospitò dagli spettacoli dei gladiatori alle condanne degli oppositori, tra cui i cristiani) venne realizzato coi finanziamenti della legge del 1997 funzionali ai percorsi giubilari al di fuori del Lazio in vista del Giubileo del Duemila. Come dire una vendetta del clero diciotto secoli dopo, che nemmeno i “corvi” attuali del Vaticano riuscirebbero a immaginare. Ma a parte dubbie trame alla Down Brown (l’autore de “Il codice da Vinci”), è certo che «sacrificare un monumento così importante a sola arena estiva è veramente un “crimine”», come ha affermato ieri Marco Minoja, il sovrintendente ai beni archeologici di Cagliari e Oristano, durante la presentazione in Comune dei primi risultati dello smantellamento del rivestimento ligneo del monumento. Un “crimine” culturale, naturalmente: un’offesa a uno dei più importanti monumenti dell’epoca romana presenti in Sardegna. Con molti ingenti danni, che saranno del tutto quantificati con lo smontaggio degli anelli. Mentre in precedenza, quando si è parlato dei gravi problemi che il rivestimento in legno dell’anfiteatro ha certamente provocato, sia la sovrintendenza che «il centro specializzato del ministero vennero tacciati di allarmismo», ha ricordato Minoja. Quest’ultimo ha, però, dato atto al sindaco Massimo Zedda di avere dimostrato una sensibilità al problema sin «dal primo giorno del suo insediamento, quando ricevetti una telefonata proprio in rapporto alla situazione dell’anfiteatro romano». E oggi vi potranno essere (dalle 11 sino all’imbrunire) le prime visite pubbliche guidate di una parte, «pur limitata», del monumento, come ha annunciato Enrica Puggioni, assessore comunale alla Cultura. Per il momento, ha spiegato Luisa Marras, assessore ai Lavori pubblici si è proceduto ai lavori del primo lotto (318mila euro stanziati dal Comune)». Intervento che ha permesso di rimuovere palco, platea e di smontare tutto il materiale utilizzato. Ma, ha spiegato Marras, «coi fondi avanzati sarà possibile iniziare a smontare il primo anello. Mentre si sta già predisponendo il secondo bando (per altri 328mila) che completerà l’opera di rimozione totale degli anelli e di monitoraggio della situazione. Per il momento si è visto che la struttura è risultata molto sofferente». Poco prima il sindaco Zedda aveva annunciato la prima riapertura e il proseguo del concorso di idee, già bandito, per la valorizzazione dell’anfiteatro: sia come monumento, sia come ambiente per lo spettacolo. A riguardo il primo cittadino ha spiegato che, in accordo col sovrintendente Minoia, si tratterà di «studiare l’area e di individuare tipologie di spettacolo particolari e funzionali al luogo». Tra le ipotesi, ha informato Zedda, quella di sistemare il palco in modo tale che gli spettatori possano avere alla loro sinistra l’anfiteatro e a destra la visone del mare. In questo modo la città disporrà di «diverse tipologie di spazi per gli eventi di spettacolo e cultura: dallo stadio Sant’Elia (con un concorso di idee per il suo utilizzo) all’arena sistemata presso il borgo di Sant’Elia, dal parco della musica al teatro civico (in Castello - ndr) su cui pensiamo di mettere una copertura, sino all’anfiteatro romano». Il recupero dell’importante monumento, anche se nessuno ha dato tempi certi per via del lungo lavoro di risanamento, sarà un tassello indispensabile, ha precisato l’assessore Puggioni, «del vasto circuito storico ambientale del colle di Buoncammino che comprende la villa di Tigellio, l’orto botanico, la galleria don Bosco, l’orto dei Capuccini, l’anfiteatro romano e i giardini pubblici coi suoi grottoni».