Rassegna Stampa

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Degrado e clientele: “Il parco di Molentargius è un cesso”

Fonte: web cagliaripad.it
12 ottobre 2012

a cura di: Ennio Neri
Lavoratori non reintegrati in barba alla legge regionale, il piano del parco che non arriva e assunzioni a chiamata "anche di parenti di assessori della Giunta di Quartu". E poi lo stop agli studi nell'area, i progetti (lo stadio) che fanno a pugni con gli equilibri ambientali e tanto, tanto, degrado. Insomma come dicono i precari che nei mesi scorsi hanno occupato la sede della direzione: "Il parco di Molentargius è un cesso". E ora i lavoratori e i consiglieri comunali (Paolo Casu, di Cagliari, ma anche Lucio Torru, Quartu, entrambi del gruppo misto) chiedono al sindaco Zedda di "alzare la voce", di ribaltare gli equilibri in seno al cda, cambiare il direttore del parco e avviare un nuovo corso.

 

Paolo Casu si presenta in conferenza assieme ai lavoratori precari: il 31 marzo 2012 i contratti di tutti i lavoratori (tecnici ed operai) del Consorzio del Parco sono scaduti e dal 2 aprile, dieci dei lavoratori rimasti senza contratto, hanno dato vita ad una vertenza sindacale che ha anche portato all'occupazione della Sala conferenze dell'Edificio Sali Scelti per 79 giorni. Interviene la legge regionale del 13 giugno 2012, che dispone a favore del Parco 1,6 milioni di Euro annui, a condizione che vengano rinnovati i contratti per sei mesi al personale precario da marzo, ed entro 150 giorni dalla pubblicazione della Legge si definisca la pianta organica del personale secondo le reali esigenze del Parco. Ma l' Ente rinnova il contratto per 2 mesi solo a 11 dei 23 impiegati a cui era scaduto il contratto a marzo e l'agenzia interinale individuata dal Parco per il rinnovo dei contratti, ha escluso dalla stipula dei contratti di lavoro, tutti i dieci precari che avevano portato avanti la vertenza, a causa di una legittima impugnazione dei contratti scaduti che avevano avuto una continuità ben superiore a quella prevista per legge.

 

Ma è dagli ultimi due anni, secondo i lavoratori e anche i alcuni politici, che la politica gestionale del Parco è stata quella di limitare, ridurre e quindi eliminare gli studi sulle specie e sugli habitat, a favore di una sempre più spinta e poco ragionata fruizione del territorio, causa principale del disturbo che è poi sfociato in drammatici episodi.

L'hanno sottolineato anche i consiglieri regionali di centro sinistra che in una conferenza stampa del 24 luglio mettevano a fuoco la crisi di Molentargius: soprattutto sulla mancanza di strumenti di pianificazione e gestione del Parco (e del personale), "causa di emergenza ambientale di progressivo abbandono del compendio e danni concreti all'avifauna, come la moria di numerosi pulcini di Cavaliere d'Italia (effetto della moltiplicazione dei punti di accesso al Parco senza prevedere adeguati strumenti di mitigazione) e l'incendio dello stesso mese che ha provocato danni evitabili, per la mancata manutenzione e verifica di funzionamento dell'impianto antincendio, alla vegetazione in prossimità della sponda del Bellarosa Maggiore, interessando decine di nidi e incenerendo ettari di fascia arborea protettiva".

Antonello Secci del Wwf ha ricordato al legge scempia-stagni appena approvata e la decisione di costruire lo stadio di Is Arenas proprio a pochi passi dall'area protetta, mentre il consigliere comunale di Quartu Lucio Torru ha denunciato "l'impiego di parenti di assessori della giunta quartese nel parco" e di aver pagamento politicamente (con l'uscita dal gruppo Pdl) la denuncia. Paolo Caus ha presentato alla stampa la mozione votata in consiglio comunale che mira  promuovere "l'immediato reintegro dei dieci lavoratori discriminati e rimasti senza il rinnovo del contratto". Non solo. Casu invita Zedda "a interrompere il silenzio politico, affinché possa essere affrontato e superato l'attuale grave e sempre più acuto disagio ambientale e sociale". Casu chiede anche a un'adeguata dotazione organica che rispecchi le reali esigenze del Parco e la sua organizzazione funzionale e che non lasci spazio a facili pratiche clientelari. Con l'obiettivo prioritario di salvaguardare l'equilibrio naturalistico del Parco, anche per non compromettere gli ingenti investimenti sull'oasi