ABBANOA.
Ieri assemblea dell'Anci a Oristano: confronto con i vertici della società
Un confronto a tutto campo su Abbanoa. Centocinquanta sindaci riuniti dall'Anci a Oristano affrontano senza timori l'amministratore unico Giancarlo Marconi e il direttore Sandro Murtas. E chiedono una svolta per non tornare al passato. All'appello a “su connottu” degli arrabbiati, hanno fatto da contraltare i critici-moderati: i sindaci di Cagliari, Massimo Zedda, di Sassari, Gianfranco Ganau, e di Oristano, Guido Tendas.
Scontenti a dir poco ma disposti a continuare con progetti diversi. «Buona l'idea, il sistema nonostante tutto mi convince ancora. Cancellare Abbanoa potrebbe portarci a una situazione anche peggiore», è stata la riflessione di Zedda. D'accordo Guido Tendas che ricorda il debito oristanese: «Cinque milioni circa». Gianfranco Ganau presenta un lungo elenco di problemi irrisolti: strutture, interruzioni nell'erogazione, guai grossi nella depurazione. «Una situazione disastrosa, peggiorata in questi sette anni anche per colpa della Regione che dei 180 milioni promessi ne ha erogato solo 38. Per decidere su Abbanoa aspettiamo il nuovo piano industriale. Intanto stop al regime commissariale dell'Autorità d'ambito». C'è però chi ha chiesto di chiudere subito.
Tino Cau, vice sindaco di Illorai: «Noi padroni delle nostre acque». Gianfanco Murru, Perdaxius: «L'Anci convochi un'assemblea per decidere il futuro». Antonello Pillosu, Villaperuccio: «La gente è disperata, per riparare una perdita passano mesi, i depuratori non funzionano». Eugenio Loi, Escolca, chiede «politiche precise». Giovanni Porcu, Irgoli: «Se le cose non vanno la responsabilità è anche della dirigenza». Stefano Licheri, Ghilarza: «Il servizio è peggiorato ma ci costa tre volte. Le riparazioni le facciamo noi». Andrea Santucciu, Marrubiu: «Il sistema Abbanoa ha fallito, ritorniamo alle gestioni comunali». Basta così. «Faremo una rivoluzione». L'amministratore unico Giancarlo Marconi e il direttore Sandro Murtas incassano ricordando però la pesante eredità ricevuta: abusivismo, bollette mai pagate, reti colabrodo. «Oggi 220 dipendenti stanno censendo le utenze, è stato attivato un call center, servizi 24 ore su 24, interventi rapidi, portale interattivo, territorializzazione dei servizi. E un nuovo piano». Sempre che ci siano i soldi perché c'è pure il rischio che «la Comunità europea cassi la ricapitalizzazione», avverte Massimo Zedda. Per il presidente dell'Anci Cristiano Erriu un buon incontro. «Aspettando i fatti», è il finale.
Antonio Masala