L'indagine del Centro studi L'Unione Sarda sui dati forniti dal ministero delle Finanze
Il peso delle seconde case si fa sentire a Stintino e Arzachena
Le strutture turistiche gonfiano gli incassi Imu dei Comuni costieri. E nonostante Cagliari possa fare affidamento su una popolazione di circa 150 mila residenti e il Comune abbia incassato la somma complessivamente più alta, le entrate Imu di Stintino, in proporzione agli abitanti, sono nettamente maggiori.
I NUMERI Questa è solo una delle curiosità che emergono dall'indagine realizzata dal Centro studi L'Unione Sarda sulla base dei dati pubblicati di recente dal ministero delle Finanze sui versamenti effettuati entro luglio scorso (il 18 giugno scadeva la prima rata dell'imposta) per l'Imposta municipale unica. I numeri dicono che Cagliari ha incassato dalla prima rata dell'Imu quasi 31 milioni di euro, circa 431 euro per abitazione, mentre Sassari, il secondo centro in graduatoria, ha incamerato 17 milioni di euro (306 euro ad abitazione). La vera sorpresa, anche se la spiegazione è facilmente intuibile, è il quarto posto di Arzachena, che si piazza subito dopo Olbia: l'importo incassato è stato di 8,6 milioni di euro con una media per immobile di 544 euro (1.740 l'imposta media per ogni famiglia residente). Il peso delle seconde case e delle strutture turistiche, così come nel caso di Stintino, si fa sentire sugli incassi del Comune di Arzachena. E lo stesso discorso si può fare anche per centri come Santa Teresa di Gallura e San Teodoro, rispettivamente al nono e al decimo posto della classifica degli incassi totali.
I CENTRI TURISTICI I comuni che solitamente attraggono il maggior numero di vacanzieri nel periodo estivo e dove si ha una forte concentrazione di seconde case sono anche quelli dove l'Imu media per famiglia è più alta. Questo, tuttavia, non significa che le famiglie hanno versato di più, ma che ogni nucleo ha a disposizione una somma più alta da spendere in servizi pubblici proprio grazie agli incassi dell'Imu. In testa alla graduatoria troviamo Stintino, Arzachena, Palau, ma anche Sarroch, Portoscuso e Villasimius. In queste zone, sul totale versato incide soprattutto la presenza di strutture turistiche o produttive che garantiscono ingenti somme ai Comuni sotto forma di imposta immobiliare.
C'è poi un'altra riflessione da fare. Come spiega il Centro studi L'Unione Sarda, se si escludono le aree ad alta vocazione turistica «esiste una relazione molto forte tra il numero dei nuclei familiari e quello delle abitazioni», e questo si desume dal fatto che «l'importo complessivo dell'Imu spettante al Comune, nella maggior parte dei centri sardi, ha superato quello di competenza dello Stato». Va ricordato, infatti, che ai Comuni spetta il totale dell'incasso sulle prime case e la metà di quello ottenuto dagli altri immobili. Tradotto: la maggior parte delle famiglie sarde può contare su una casa di proprietà.
I CENTRI PIÙ POVERI Per quanto riguarda i centri più piccoli, in fondo alla graduatoria, considerando il dato dell'incasso totale, c'è il Comune di Siris con appena 6.231 euro arrivati dall'Imu, contro i 6.757 di Setzu, i 6.904 di Baradili (che conta appena novanta residenti) e Pompu (8.775 euro). Come si può facilmente comprendere gli incassi più bassi si registrano nei piccoli centri della Marmilla, area divisa tra la Provincia di Oristano e quella del Medio Campidano. Infine, l'importo medio più basso per abitazione si registra invece a Talana, dove per ogni casa si spendono appena 42 euro, mentre a Orune sono 48. Qui le seconde case, evidentemente, sono merce rara.
Giuseppe Deiana