Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Ci dimezzano i fondi». Proteste al Teatro lirico

Fonte: L'Unione Sarda
31 ottobre 2008

Gli annunciati tagli alla cultura colpiranno le fondazioni. Personale in agitazione


«Con i tagli si muore!». A lanciare l'allarme sul futuro dalle manifestazioni culturali in Sardegna sono le rappresentanze sindacali unitarie del Teatro Lirico di Cagliari. Martedì scorso, in occasione del Galà di danza, le Rsu hanno fatto distribuire agli abbonati un pepato volantino dal contenuto inequivocabile: «Per l'ennesima volta», si legge, «il settore della cultura si trova di fronte a una grave emergenza. I tagli statali previsti per il 2009 colpiranno anche le fondazioni lirico-sinfoniche e il previsto dimezzamento dei finanziamenti decreterà di fatto la morte per fame di tutti i teatri lirici italiani».
Le preoccupazioni riguardano nello specifico i tagli al Fondo Unico dello Spettacolo previsti per il prossimo triennio. Chiarissimo e amaramente ironico lo slogan scelto per protestare: «Nessun dorma!». Un monito a intervenire urgentemente prima che la cultura, intesa come elemento unificante, identitario e di crescita, scompaia «a causa dell'ottusità dei nostri governanti». Come può affermare un ministro ai Beni culturali, si legge sul volantino, che lo Stato non debba sostenere la produzione culturale dell'intero territorio nazionale? Il ministro Bondi afferma infatti che lo Stato è tenuto a salvaguardare solo alcuni poli di eccellenza identificati nella Scala di Milano e nell'Accademia di Santa Cecilia di Roma. Ciò a causa dell'eccessivo indebitamento delle Fondazioni, causato, sempre secondo il ministro, dai costi fissi per il personale. «Ma forse Bondi dimentica», replicano i sindacati, «che i veri costi sono dovuti agli sperperi causati da dirigenti pagati a peso d'oro, frutto avvelenato di spartizioni politiche, non considerando che tali incarichi, invece, dovrebbero essere conferiti a manager di indiscusse capacità imprenditoriali».
Da ciò deriverebbe che i bilanci sono gravati da costi elevati, talvolta dovuti a gestioni obbligatoriamente clientelari, piuttosto che rivolti ad una sana crescita dell'azienda anche in termini occupazionali. Le Rsu del Lirico hanno denunciato più volte, negli ultimi 10 anni, gli sprechi dovuti alla cattiva organizzazione del lavoro, all'incapacità progettuale e gestionale, rendendosi comunque collaborative nell'intento di offrire alla collettività un servizio sempre migliore. «Siamo certi», concludono le Rsu, «che i sardi non si faranno scippare il loro teatro e si uniranno ai lavoratori nel rivolgere un appello al governatore Soru, al presidente della Provincia Milia, al sindaco Floris e a tutti i parlamentari affinché intervengano per difendere la più importante industria culturale isolana».
PAOLO LOCHE

31/10/2008