Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Lotta dura e idee vincenti per poter sopravvivere

Fonte: L'Unione Sarda
8 ottobre 2012


L'opinione

di Enrico Pilia
Ci risiamo. San Benedetto, il cuore del commercio popolare, scricchiola, cerca faticosamente di resistere ai segni del tempo e a quelli - più pericolosi - del denaro che non circola. Perché un'operazione di restauro si può sempre mettere in piedi, e a questo sta pensando la giunta Zedda, mentre per una crisi non più strisciante, ma decisamente presente, i rimedi non possono cercarli sindaco e assessore. L'amministratore pubblico può suggerire una strada, magari pensando a rendere più accessibile l'area del mercato dei cagliaritani, può studiare iniziative che attraggano la gente, magari può spingersi fino agli incentivi - o sgravi fiscali - per chi resiste sul fronte dei box. Ma alla fine della corsa, sono loro, i commercianti, a dover combattere tutte le mattine dentro uno scenario dove la freccia punta verso il basso. La spremuta del fruttivendolo, magari il mitile crudo offerto dal pescivendolo, sono piccole cose. Magari possono piacere, ma la strada per (ri)conquistare la gente passa per gli sconti, per i servizi, per la grande qualità. Scura, dirigente illuminato di un'associazione forte anche sotto il profilo politico, indica un percorso: il mercato di San Benedetto, culla del cibo fresco, potrebbe riciclarsi anche come grande cucina, con la carne e il pesce arrostiti sul posto. Perché non provare? Sarebbe un servizio in più, uno stimolo - per il cagliaritano che a casa vuole sognare il ristorante - a scegliere San Benedetto. Il controllo sui prezzi, la pulizia e la cortesia, tutto questo è e deve essere il nostro mercato. Con qualcosa in più, perché i box di oggi sopravvivano anche domani.