L'INCHIESTA. S.Elia, Cep e S.Michele i quartieri dove il problema è più forte
In 12 mila a caccia del posto, giovani ai margini
A Cagliari ci sono più di 12 mila residenti che potrebbero lavorare, ma sono disoccupati. Una cifra enorme, dalla quale viene fuori un tasso di disoccupazione di quasi il 18% all'interno delle forze di lavoro (cioè l'insieme delle persone occupate e di quelle in cerca).
Dati rilevati dall'ultimo censimento, e che preoccupano anche i giovani cagliaritani, visto che all'interno dei disoccupati coloro che sono in cerca della prima occupazione sono 3.519, mentre quelli in cerca di una nuova esperienza lavorativa sono 8.574.
GIOVANI NEI GUAI La situazione più preoccupante, come detto, è quella dei giovani. La percentuale dei disoccupati più alta, infatti, riguarda la fascia di coloro che hanno tra i 15 e i 19 anni, dove il dato si attesta al 70,9%. Ma i numeri sono ancora più preoccupanti andando avanti con gli anni, quando il lavoro diventa indispensabile per avere una vita serena.
Tra i 20 e i 24 anni il tasso di disoccupazione è al 51,4%, mentre nel quinquennio successivo, quello 25-29, la percentuale si abbassa al 33%. La percentuale va giu pian piano che si va avanti con l'età, con la fascia che va dai 30 ai 34 al 23,1% e quella successiva (35-39) al 18,5.
Considerando i residenti del capoluogo che rientrano nelle forze di lavoro, dunque, in totale ci sono 12.093 disoccupati a fronte di 69.311 persone.
I RESIDENTI DEI QUARTIERI Sant'Elia, Cep e San Michele sono le zone che vivono maggiormente il dramma della mancanza del lavoro. Il rione costiero, in particolare, ha una percentuale di disoccupati del 37,5% nel nuovo Borgo e del 30,9 in quello vecchio. Anche al Cep la situazione non è certo delle migliori, con il tasso che si attesta al 31,5 nell'ultimo censimento. Un pochino meglio San Michele, al 27,3, e segue poi un altro quartiere popolare come Mulinu Becciu (25,4%). I rioni dove invece si sente meno il problema del lavoro sono il Quartiere del Sole (9,9%) e il Quartiere Europeo (10,1). Bene da questo punto di vista anche Pirri, con la zona di Monreale che ha un tasso del 10,5 per cento, oltre a Monte Urpinu (11,1).
UOMINI E DONNE Nel Comune di Cagliari il tasso di disoccupazione maschile è leggermente più alto rispetto a quello del gentil sesso, anche se le forze di lavoro femminili sono meno di quelle maschili (33.181 contro 36.130). Rimane il fatto che per gli uomini la percentuale si attesta al 17,5%, per le donne al 17,4. Il dato comune è che entrambi i sessi hanno il tasso di senza lavoro più alto nel quartiere di Sant'Elia.
Piercarlo Cicero
Carta (Cisl): «La crisi c'è anche nella nostra provincia»
I sindacati: nessuna sorpresa
I dati sul lavoro in città sono preoccupanti e destano impressione, ma di sicuro non meravigliano i rappresentanti sindacali cagliaritani di Cgil e Cisl.
«Il dato è senza dubbio quello - conferma il segretario cittadino della Cgil, Nicola Marongiu - a Cagliari non esistono economie alternative non essendoci attività legate all'agricoltura e alla pastorizia, e di conseguenza tutto è legato a settori come terziario, commercio e servizi in generale». E come spiega il sindacalista, non c'è neanche artigianato che invece è ben presente in altre realtà dell'Isola. «Insomma - prosegue Marongiu - è un falso mito che nel capoluogo non ci siano problemi». Poi conclude: «Per fortuna il mercato è comunque dinamico, ma ci sono grossi problemi che non si possono nascondere. Lo sviluppo del turismo non può risolvere tutto, noi non siamo come Creta, siamo una città. Il turismo può essere complementare, ma non la soluzione che risolve tutti i mali».
Sulla stessa linea Fabrizio Carta (Cisl): «Bisogna prendere atto che la crisi non c'è solo in alcune aree territoriali che fanno molto rumore, ma anche nella provincia cagliaritana, anche se capisco che fa meno chiasso di altre situazioni». Secondo il rappresentante della Cisl i settori in cui i lavoratori soffrono di più sono quelli dei servizi e dell'edilizia.
«Anche per questo con le istituzioni si sta discutendo di proclamare ufficialmente lo stato di crisi della provincia cagliaritana, che non è una sterile lamentazione. Il buio è iniziato nel 2008, con il crollo del Pil, e negli anni dopo la situazione è peggiorata ulteriormente. Bisogna fare di tutto per portare avanti alcune iniziative che diano occasioni di lavoro ai giovani, per esempio nel settore portuale e la valorizzazione dell'ambiente e del turismo, dove siamo ancora indietro. Gli ammortizzatori sociali in deroga - conclude Carta - non risolvono la situazione, ci vogliono progetti di reimpiego». (p.c.c.)