Folla nell'area verde di via Cadello
L'ultima domenica di settembre non ha regalato alla città una mattinata di sole. Ma le minacciose nubi grigie non hanno fermato la festa Bio a Monte Claro. Il colle si è vestito di bianco, quello delle buste piene, di chi davanti ai gazebo allestiti per l'occasione non ha saputo rinunciare a fare incetta di frutta e ortaggi rigorosamente biologici.
Mele sarde e miele, per Nino Mura, settant'anni, cagliaritano doc. Sei euro in tutto. «Mi sto avvicinando da poco ai prodotti bio». Scontrino più lungo per Maria Vittoria Zedda: «Ho comprato crema di formaggio, pomodorini, carciofini sott'olio, e l'olio di argan». Fagiolini, patate, zucchine e cavolfiore nella busta di Vittoria Muscas, «Non sono un habitué del Bio, mio figlio sì». Poco distante c'è anche lui, si fa spazio tra la folla, davanti al bancone. «Le carote sono andate a ruba», racconta Caterina Mulas. Sta dietro il gazebo, in alto un cartello “Pallioni azienda biologica”, lei è la titolare oltreché socia Asab, Associazione sarda agricoltura biologica, promotrice della mattinata Bio. La presidente, Chiara Medda è soddisfatta. «È andata bene». I numeri confermano: «Abbiamo offerto ai bambini 300 merendine e altrettanti succhi di frutta ». Erano Bio, e hanno riscosso successo. Accanto a lei c'è Ignazio Cirronis, presidente Upbio.
Ore 12 e trenta, lo stand Asab è preso d'assalto. C'è la degustazione del biorisotto e di pasta ugualmente bio; Undas, «il nome lo abbiamo inventato». Si tirano le somme: 10 chili in tutto e 500 porzioni distribuite. Ai cagliaritani il biologico piace, non c'è dubbio. Ma i gazebo sono tanti. C'è lo spazio per lo yoga e qualche metro più avanti c'è lo stand Sucania, commercio equo solidale. Ad andare per la maggiore è il tè, nero, verde e alla menta. Affianco c'è Banca Etica, «è nata nel '99, finanzia il biologico, l'associazionismo culturale e la cooperazione sociale» spiega Gaetano Lauta, referente dei soci Sardegna sud-Cagliari. Zucca e zucchine per Giuseppe Gamboni e la moglie. «Siamo consumatori dei prodotti biologici da tanti anni, ma i prezzi sono troppo alti». Poi c'è l'Alpo, sul tavolino prodotti del Maghreb, del Congo e tessuti di palma. Gli stand erano tanti, i cagliaritani infinitamente di più.
Sara Marci