La nuova legge all'esame della Camera prevede la circoscrizione unica per l'Isola
La porta principale del Parlamento europeo potrà finalmente aprirsi anche per la Sardegna. Alla Camera è iniziata la discussione per la riforma della legge elettorale e - salvo inattese modifiche sostanziali - l'Isola avrà finalmente a disposizione una circoscrizione indipendente per eleggere i propri rappresentanti all'assemblea di Strasburgo. Nello schema votato in commissione da Pdl e Lega si prevede il raddoppio delle circoscrizioni complessive (passeranno dalle attuali cinque a dieci), rompendo una volta per tutte l'abbraccio della Sicilia alla Sardegna. Finora (la legge attuale è in vigore dal 1979) i sardi sono stati puntualmente penalizzati dal peso elettorale inferiore rispetto a quello della Sicilia (dove la popolazione è quattro volte superiore).
DIECI CIRCOSCRIZIONI Salgono a 10 le circoscrizioni elettorali e saranno: Nord-Ovest (Piemonte, Valle D'Aosta, Liguria), Lombardia ; Nord-Est (Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia), Emilia Romagna-Marche , Toscana e Umbria , Centro (Lazio, Abruzzo, Molise); Campania , Sud (Puglia, Basilicata, Calabria), Sicilia e Sardegna .
VIA LE PREFERENZE La riforma cancella la possibilità per l'elettore di esprimere da 1 a 3 preferenze della legge attuale, prevedendo, invece, il meccanismo delle liste bloccate che saranno in media di 7 candidati.
SBARRAMENTO AL 5 PER CENTO Eleggono europarlamentari solo le liste che sul piano nazionale abbiano ottenuto almeno il 5% dei voti validi espressi. Nella legge attualmente in vigore non sono invece previste soglie.
CONTRASSEGNI “GRANDI” Al posto dei contrassegni con le linee per l'indicazione della preferenza arrivano contrassegni grandi e ben visibili del diametro di tre centimetri con i simboli dei partiti.
UOMINI E DONNE Nel testo all'esame della Camera è prevista la “parità di genere”. Nessuno dei due generi può essere rappresentato in misura superiore alla metà delle candidature presenti nell'insieme delle liste circoscrizionali.
SPESE ELETTORALI La riforma prevede un tetto di spesa per candidati e partiti per la campagna elettorale (ad esempio un singolo candidato non può spendere più della somma tra 104mila euro e 0,02 euro per ogni cittadino residente nelle circoscrizioni elettorali nelle quali si presenta).
POLEMICHE «La maggioranza ha manifestato un atteggiamento «gravemente antidemocratico». È il giudizio di Massimo D'Alema: «La pretesa di imporre a maggioranza una legge elettorale che stravolge il sistema elettorale europeo, piegata a interessi di parte, è un atteggiamento gravemente antidemocratico». La replica arriva da Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera: «La legge non può essere definita antidemocratica, perché allora sarebbero antidemocratici molti grandi Paesi europei che non prevedono le preferenze nella loro normativa elettorale».
28/10/2008