OMENICA, 26 OTTOBRE 2008
Pagina 2 - Cagliari
Il progetto «Comunimondo» punta subito all’integrazione sociale
CAGLIARI. Un anno per realizzare il girotondo multietnico, mano nella mano, delle diverse razze, culture e religioni presenti in città, forse è poco. Ci vorrebbe un periodo più lungo. Dodici mesi invece bastano eccome per cominciare a conoscersi, promuovere i primi scambi tra mondi diversi, iniziare a parlarsi, saper vivere bene uno fianco all’altro.
È questo il senso di “Comunimondo”, progetto finanziato dall’Assessorato regionale del Lavoro e che avvia un dialogo concreto tra culture differenti come strumento di prevenzione del pregiudizio e della discriminazione, per un’opera di valorizzazione delle culture d’origine. Un’iniziativa che piace agli immigrati dell’area vasta di Cagliari. Sono 180 gli extracomunitari che hanno bussato con fax e di persona alle sedi dell’Anolf (Associazione oltre le frontiere), Nigerian Community e Ial (Ente di formazione Cisl) - organizzatori dell’iniziativa - per partecipare ai percorsi multiculturali. «Ma le richieste continuano ad arrivare e abbiamo raggiunto quota 220», ha detto ieri Antonio Demontis, responsabile della programmazione e gestione del progetto. Tutto il pianeta immigrazione territoriale ha preso posto sui banchi: 56 dall’Eritrea, 10 Algeria, 10 Armenia, 2 Cuba, 7 Cina, 2 Etiopia, 4 Iran, 15 Ecuador, 8 Kenya, 7 Kurdisthan, 5 Marocco, 5 Nigeria, 5 Perù, 2 Polonia, 2 Russia, 15 Senegal, 7 Brasile, 6 Somalia, 5 Ghana, 7 Sudan, 9 Zambia, 3 Arabia Saudita, 7 Ciad, 9 Ucraina, 5 Togo. Una rappresentanza, dunque, degli 8668 cittadini immigrati presenti in provincia dove si concentra un terzo della popolazione extracomunitaria di tutta l’isola. «Vogliamo stimolare i giovani ad ampliare il concetto di italianità e di cittadinanza europea per favorire - ha spiegato Genet Woldukeflay, presidente del’Anolf - il dialogo intergenerazionale fra membri di famiglia con retaggio culturale misto».
Il progetto “Comunimondo” si articola in sei fasi, cinque di attività formativa, una di verifica e monitoraggio dei risultati. Il cuore del progetto è rappresentato da quattro laboratori linguistico-culturali (9 mesi di attività), che potrebbero diventare sei per le numerose richieste di partecipazione: 78 “allievi” hanno fatto domanda per l’alfabetizzazione italiana, 48 per l’inglese, 9 l’arabo, 31 corsisti acquisiranno competenze di fotografia, 15 teatrali. Venticinque docenti italiani parteciperanno ai percorsi di educazione interculturale.