STADIO»DIBATTITO SUL FUTURO
C’è chi propone di affidare a Gigi Riva la direzione di un museo sardo dello sport chi dà l’altolà a un possibile centro commerciale e chi invita ad aprirlo al rugby
di Stefano Ambu
CAGLIARI
Riva, pensaci tu. Quasi una preghiera. Sì, pensaci tu. A salvare il Sant'Elia dallo stato di (possibile) abbandono e a rilanciarlo. Magari facendo tornare a giocare in quel campo la Nazionale. La proposta arriva da Carlo Dore, avvocato, da sempre accanto a Rombo di Tuono quando - è successo negli anni scorsi - sembrava che le ruspe fossero ormai alle porte dello stadio post scudetto. «Riva- spiega- in questo momento potrebbe dare una mano fondamentale. Come uomo immagine: in grado di catalizzare sullo stadio interesse e, perchè no, finanziatori in grado di dare gambe al progetto, assolutamente condivisibile, del Comune con il concorso di idee». Quando Gigi Riva tornerà, cantava Piero Marras. «Un'idea?- propone Dore- perchè non nominarlo direttore del museo dello sport della Sardegna. Che proprio in quello stadio potrebbe avere una naturale sede ripercorrendo le gesta dei campioni dello scudetto. Ma anche di tutti quei campioni di altre discipline che hanno dato lustro all'isola, dall'hockey al basket. Non ci stiamo inventando niente: in Europa è così da tempo, da Valencia a Parigi». Porte aperte alla serie A (sempre che Cellino prima o poi voglia tornare), ma anche a saune, caffetterie e ristoranti nellle linee guida del concorso di idee approvate mercoledì pomeriggio in Giunta. «L'importante - spiega Roberto Bolognese, presidente provinciale di Confesercenti - è che si siano messe subito le cose in chiaro: niente centro commerciale. Sicuramente un ottimo punto di partenza». Ma bisogna fare in fretta. «Perchè l'ospedale Marino- continua Bolognese- è lì a dimostrare che cosa succede quando non si passa dai progetti ai fatti e quando non si decide. Penso alla metropolitana: quanto tempo perso. E per noi commercianti sarebbe stato un toccasana dal momento che, da un nostro piccolo sondaggio, risulta che i clienti arrivano all'ottanta per cento dall'hinterland. Il Sant'Elia, ridotto così, è una tristezza: il metodo scelto per ricominciare mi sembra buono. Ora però subito i fatti». Un concetto ribadito anche ieri mattina da Paolo Casu, consigliere Psd'Az, che, insieme a Gianni Chessa, Udc, era davanti allo stadio della storica formazione Corti, Lamagni, Longobucco per denunciare che è già emergenza: «Cosa abbiamo visto? Fili elettrici, reti che testimoniano incursioni o tentativi di incursione - dice Casu - tornelli portati via e asfalto a pezzi. Il concorso di idee va anche bene, anche se a volte è la scelta che si fa quando non si vuole decidere. Ma bisogna fare subito qualcosa per far "vivere" lo stadio. Iniziando ad aprire le porte al rugby e al Progetto Sant'Elia. E presto, in questa direzione, presenteremo una nuova mozione in aula con il consigliere Chessa». Insomma, vietato aspettare il concorso di idee: il Sant'Elia, per non morire, deve ricominciare a vivere adesso.