Ieri i vigili in viale Monastir
I più preoccupati sono loro, gli operai della cooperativa Azzurra 2007, quelli che si occupano del facchinaggio. Perché, se i grossisti lasciando il mercato di viale Monastir, potrebbero, comunque, sistemarsi in qualche modo, loro rischiano di restare senza lavoro. Certo, loro non sono stati sloggiati dal mercato. Ma, nel momento in cui andranno via definitivamente i concessionari, i venticinque operai della cooperativa, si ritroveranno senza clienti. E, dunque, senza lavoro. A lanciare l'allarme è il presidente della cooperativa Pierino Vacca. «Ci siamo costituti da meno di un anno», racconta, «dopo che la precedente cooperative era fallita per problemi di gestione. Siamo riusciti a salvare il salvabile. Ma ora ci ritroviamo nuovamente con l'acqua alla gola».
Quando, ieri mattina, i vigili urbani si sono presentati a notificare la revoca della concessione ai grossisti, per gli operai è stata un'autentica doccia fredda: loro si occupano di trasportare le merci seguendo le disposizioni dei concessionari (che, di fatto, sono gli unici clienti). È ovvio che, nel momento in cui i concessionari lasciano il mercato, gli uomini della cooperativa si ritrovano automaticamente senza lavoro. «Sapevamo», prosegue Vacca, «che quest'atto sarebbe, prima o poi, arrivato. Ma confidavamo nel fatto che ai grossisti era stata concessa una proroga sino al 15 gennaio. Puntavamo a sfruttare questo periodo di tempo per organizzarci e trovare nuovi lavori. Invece, improvvisa, è arrivata questa novità».
Un'accelerazione dovuta al fatto che, essendo aumentato il canone, i grossisti continuavano a pagare la vecchia tariffa. E i dirigenti si sono ritrovati costretti a revocare la proroga concessa dall'assessore alle Attività produttive Paolo Carta sino al quindici gennaio. I concessionari avevano tentato anche la strada del Tar per ottenere la sospensiva ma i giudici amministrativa non l'avevano concessa.
Comunque, ribadisce Vacca, i grossisti, in un modo o nell'altro, dovrebbero riuscire a risolvere i loro problemi. Chi rischia di restare sulla strada sono i venticinque soci della cooperativa. Che, per altro, non chiedono alcun aiuto. «Non vogliamo convenzioni, contributi o sovvenzioni. In questo momento, ci serve solo tempo, quello necessario per organizzarci e trovare nuovi clienti. Sia chiaro, vogliamo esclusivamente lavorare». ( mar.co. )
25/10/2008