Rassegna Stampa

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Francesca Ghirra (Sel): "Il Comune vuole ridare la speranza ai cittadini: rilanceremo la cultura, no

Fonte: web Castedduonline.it
10 settembre 2012


8/09/2012 19:18

di Jacopo Norfo

Francesca Ghirra e la nuova politica: da un anno e mezzo consigliere comunale di Sel, presidente della commissione Cultura, è diventata un po' il simbolo della nuova generazione degli amministratori pubblici in città. In questa intervista traccia un bilancio di questa esperienza, tra speranze per il futuro, progetti da realizzare e qualche piccola delusione, in particolare sull'informazione non sempre puntuale e su quella "ostilità mediatica" nei confronti di un Comune che sta facendo di tutto per cambiare rispetto al passato. Nonostante questo ha un sogno: ridare ai cittadini cagliaritani almeno la speranza contro la crisi, puntando sul rilancio di cultura sport e pubblica istruzione.

Tu sei stata una delle protagoniste un anno e mezzo fa della grande campagna elettorale di Zedda: cosa è stato tradotto in risultati concreti e come spieghi la grande popolarità del sindaco oggi?

La campagna elettorale di Massimo Zedda è stata un evento straordinario per la nostra città. Una città grigia e assopita, abituata a una classe dirigente che poco si preoccupava dei suoi reali bisogni e di quelli dei suoi cittadini. Il messaggio politico portato avanti dal nostro sindaco ha ridato speranze non solo ai miei coetanei di poter aver finalmente un ruolo nelle scelte e nelle politiche cittadine, ma anche a tutti coloro che si sono sempre sentiti emarginati rispetto agli orientamenti dell’Amministrazione. Il successo di Massimo Zedda risiede soprattutto nella sua manifesta volontà di amministrare nell’interesse di tutti i cagliaritani e di quanti, più o meno temporaneamente, abitano e animano la città, attraverso azioni e scelte orientate a scardinare i meccanismi di una politica becera e caratterizzata da forme clientelari di consenso. Alle prime importanti scelte di diminuire il numero degli assessorati, delle auto blu, di riportare gli uffici comunali in edifici di nostra proprietà piuttosto che dilapidare importanti somme per affittarne altri, sono seguite azioni volte a portare avanti politiche di qualità che si incardinino all’interno di un sistema di regole certe e trasparenti. Per quanto il governo nazionale abbia imposto agli enti locali drastici tagli della spesa corrente, infatti, il Comune di Cagliari si è impegnato a ridurre tutte le spese “superflue” per garantire i servizi indispensabili per i cittadini, dalle politiche sociali, alla pubblica istruzione, alla cultura. Credo che tutte queste scelte siano state molto apprezzate dai cittadini.

Cultura e sport, i due temi dei quali ti occupi di più in Comune: che autunno dobbiamo aspettarci, quali sono i principali obiettivi?

Sicuramente la Cultura e lo Sport sono due settori fondamentali nei quali l’amministrazione sta portando avanti importanti provvedimenti. Non vorrei, però, che venisse dimenticata la Pubblica Istruzione, settore in cui abbiamo forse competenze più limitate, ma che ritengo rivesta il ruolo più importante all’interno delle deleghe dell’Assessorato. Vorrei quindi ricordare la dura e vincente battaglia che ci ha visti protagonisti, insieme alla Provincia e ad altri Comuni, al fine di ottenere il mantenimento di tutte le autonomie scolastiche per l’anno 2012-2013. Purtroppo la battaglia non è finita. Nel decreto sulla spending review è stato inserito un articolo che esclude il sardo dal novero delle lingue minoritarie, in contraddizione con la legge 482/99. Per la nostra scuola questo significa che i parametri numerici per il dimensionamento, ovvero quanti alunni servono a mantenere una scuola aperta, sono analoghi a quelli nazionali, cosa che pesa come una condanna su molte scuole, alcune in quartieri periferici, che non hanno un bacino di utenza ampio. Questa è una battaglia che porteremo avanti in maniera sinergica tra Consiglio e Giunta. L’assessorato sta lavorando già per riuscire a configurare un piano di dimensionamento scolastico che non preveda tagli di tipo ragionieristico, ma che sia calibrato sulle esigenze dei nostri bambini, prevedendo un potenziamento dei servizi e, laddove possibile, l’introduzione di forme di tempo pieno.
Anche la Cultura vede il Consiglio attivo protagonista al fianco della Giunta. Stiamo per approvare il nuovo regolamento per l’erogazione dei contributi che introdurrà criteri oggettivi, trasparenti e capaci di premiare la qualità in tutti i campi dell’arte e della cultura. Inoltre, verrà introdotta la programmazione triennale per assicurare continuità ai progetti. Posso anticipare che in autunno si coglieranno i primi frutti del progetto di valorizzazione dei beni culturali e del processo di totale revisione gestionale dei centri. Per quanto riguarda lo Sport, l’assessore sta lavorando a un piano per le politiche sportive. Dopo gli incontri con i gestori degli impianti sportivi, la commissione ha programmato un percorso, analogo a quello condotto con le associazioni culturali, con le Federazioni e le Società sportive, per esaminare insieme agli operatori le condizioni del settore e individuare con il loro contributo politiche per lo sport che ne valorizzino il fine sociale ed educativo. Successivamente a questo ciclo di audizioni, metteremo mano anche ai regolamenti per l’erogazione dei contributi a favore dello sport e a quello relativo alla gestione degli impianti.
Infine, insieme alla commissione e all’assessorato ai Lavori Pubblici, stiamo pianificando gli interventi per la riqualificazione degli impianti sportivi impiegando da un lato i fondi regionali un tempo destinati alla costruzione del nuovo palazzetto dello sport e coinvolgendo, dall’altro, i privati attraverso la concessione di garanzie fideiussorie, forme di microcredito e finanza di progetto.

Tante associazioni si dicono in difficoltà, alcune come Chourmo rischiano di non riuscire a organizzare le proprie iniziative: qual è il vero problema della Cultura a cagliari? Basterà il nuovo piano della cultura per superare gli ostacoli?

Purtroppo stiamo vivendo un periodo terribile e anche le associazioni culturali risentono della crisi e del fatto che la cultura, così come la scuola e la sanità, sono i primi settori in cui i governi tendono a tagliare. Siamo ben consapevoli che la cultura non si autosostiene e che il pubblico deve supportarla per garantire un servizio alla cittadinanza. Ed è quello che stiamo facendo, in termini di risorse, per quanto è nelle nostre possibilità, e con politiche culturali di ampio respiro, per quanto riguarda l’aspetto di programmazione. Mi sembra molto riduttivo, però, credere che gli investimenti del Comune in cultura siano limitati ai contributi, pari a circa 400.000 euro, che vengono erogati alle associazioni culturali. Tra le voci del bilancio della cultura, infatti, compaiono la gestione di biblioteche, musei e pinacoteche, teatri, attività culturali e servizi diversi nel settore culturale. Queste voci sono al terzo posto per impegno di spesa del bilancio comunale, che vede al primo posto le spese per la gestione del territorio e dell’ambiente e al secondo le politiche sociali. L'amministrazione ritiene la cultura capace di garantire crescita e sviluppo alla città e questo è testimoniato dal fatto che, in un periodo di tagli trasversali, si sia riusciti a mantenere lo stesso budget degli anni passati, cosa che significa aumentare, proporzionalmente a tutte le altre voci di spesa, i contributi alla cultura. Purtroppo occorre ricordare che il Comune riveste un ruolo marginale rispetto ad altri enti quali Regione e, almeno un tempo, Provincia, poiché le risorse di cui dispone non sono paragonabili a quelle di altre istituzioni. Non ritengo, quindi, corretto puntare il dito sul Comune di Cagliari come unico responsabile di eventuali annullamenti di eventi. È doveroso ricordare che, purtroppo, sono tanti i festival saltati in tutta l'isola. Se, nello specifico, prendiamo il caso di MCN, guardando lo storico dei contributi erogati negli anni passati, ho potuto constatare che il Comune non ha quasi mai contribuito con più di 10.000 euro su un budget di circa 150.0000. Il mondo sta cambiando rapidamente, nel giro di un anno siamo precipitati in una crisi dalla quale bisogna uscire rivedendo anche i modelli culturali attuali. Ecco il perché di una scelta come la finanza di progetto, che prevede il coinvolgimento dei privati anche in settori in cui storicamente il loro coinvolgimento non esisteva.

La tua immagine colpisce molto, hai tanti fans su Fb, alla giovane età unisci grinta e concretezza: quali sono i tuoi prossimi obiettivi? Accetteresti una candidatura alle prossime elezioni regionali?

Ho deciso di accettare la candidatura al Consiglio comunale della mia città perché speravo di poter entrare a far parte della sua prima amministrazione di sinistra contribuendo al suo sviluppo e al suo cambiamento. Ho deciso di seguire Massimo Zedda nel suo progetto perché ne condividevo, e ne condivido tuttora, lo spirito e mi piaceva l’idea di poter fare squadra con altri giovani e meno giovani che avessero le mie stesse idee politiche e volessero realmente lavorare per il bene della città. Per il momento il mio obiettivo è quello di fare il mio meglio per Cagliari.

Infine, qual è la storia o la vicenda che ti ha più delusa in questa  prima esperienza da amministratrice?

Io lavoro in un’amministrazione pubblica e ne conosco tempi, pregi e difetti. Non speravo, quindi, di riuscire a rivoluzionare la città da un giorno all’altro, né di avere sempre il consenso della cittadinanza. Tuttavia, devo dire con un certo rammarico che amministrare in un clima di ostilità mediatica non è semplice. La cosa che più mi delude quasi quotidianamente è vedere come alcuni organi di stampa strumentalizzano e falsificano le notizie solo per ostacolarci nel nostro compito. Il comportamento di certa stampa sulla vicenda dei Rom, solo per fare un clamoroso esempio, è stato davvero deprecabile. Io non amo l’informazione “di bandiera”, né di destra né di sinistra, e ritengo che chi si occupa di informazione abbia il compito etico e professionale di svolgere al meglio il proprio lavoro riportando le notizie nel modo più oggettivo possibile. Questo, purtroppo, non accade quasi mai, ma fortunatamente il web consente una notevole libertà di informazione e consente a tutti di scoprire come realmente stanno le cose. Per onestà intellettuale devo anche riconoscere che anche nei giornali tradizionali, anche in quelli “schierati”, ci sono tanti giornalisti che seguono prima di tutto la loro etica e privilegiano le notizie su interessi privati spesso in conflitto con la correttezza dell’informazione. Sarebbe bene fosse sempre così.

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