9/09/2012 12:19
di Federica Lai
"I miei interventi in dialetto sono frequenti, e spero siano capiti e apprezzati, nonostante il sardo stia, purtroppo, scomparendo come lingua”. A parlare è, inequivocabilmente, Piergiorgio Meloni, consigliere comunale Pd a Cagliari, che parla dei più importanti problemi della città, e su cosa servirebbe per migliorarla.
I suoi interventi in Consiglio comunale, spesso con riferimenti in dialetto, sono i più ascoltati nelle dirette streaming: pensa che il linguaggio diretto sia il più efficace per parlare ai cittadini?
Ci sono tanti modi per essere efficaci, certe volte urlando, altre volte col silenzio. È come nel teatro: dipende dai tempi e dagli ascoltatori.
Lei è spesso anche molto critico verso il Comune e le sue scelte: cosa boccerebbe di questi primi mesi di amministrazione Zedda, e cosa invece promuove?
Cagliari ha tutta un’archeologia moderna che denota l’aggressione che è stata fatta sul tessuto della città, sia a livello architettonico che urbanistico. Da un lato non sono state fatte concessioni nuove troppo disinvolte, dall’altro vengono bloccate dalla crisi, perché è facile costruire ma è difficile vendere. Da questa amministrazione mi aspetto che sia capace di dare una svolta, con un nuovo modo di vivere, attraverso dei mezzi efficaci. Per esempio attraverso le metropolitane, che consentono di occupare anche l’intero hinterland, e di cui si sente sempre più l’esigenza, visto l’inarrestabile crescita del prezzo della benzina: il tempo delle automobili sta finendo. Abbiamo molte aree che possono essere attraversate dai binari delle metropolitane, e senza dover ottenere degli espropri. C’è stata un’inversione di tendenza: prima era Cagliari ad essere contraria alla metropolitana, perché si aveva paura che i cagliaritani abbandonassero la città, ora, invece, sono i paesi dell’hinterland a non essere d’accordo per la creazione di un’area vasta. La loro paura è la perdita di abitanti, e di conseguenza delle varie sovvenzioni regionale ed europee, che vengono date in base al numero di cittadini.
I suoi interventi sono spesso diretti contro i poteri forti di Cagliari, e i gettoni di presenza di presenza negli enti. La nuova Giunta di centrosinistra è riuscita a rompere gli schemi col passato in tal senso?
È molto difficile rompere questo tipo di schemi, forse determinate situazioni sono semplicemente diventate meno evidenti, ma ci vorrà del tempo prima che tutte le lobbies cagliaritane abbassino la testa: chi ha il potere cerca sempre di esercitarlo.
Quali sono secondo lei i principali problemi della città?
Il problema principale a Cagliari, e non solo, è quello dell’occupazione. Mancano i soldi, quindi rimangono bloccate molte cose: parecchie imprese a Cagliari sono sull’orlo della crisi. Un altro problema non trascurabile riguarda la vivibilità della città: mi riferisco al traffico cittadino, che si potrebbe risolvere con la tanto attesa metropolitana, e al fatto che Cagliari sta diventando una città dormitorio, con un’età media troppo alta, perché i giovani tendono ad andar via. Poi c’è il solito problema, e qui torna un mio vecchio cavallo di battaglia, contro i poteri forti cittadini: son sempre in azione i vecchi signori di Cagliari, quelli che non solo detengono il potere ma detengono anche i soldi.
federica.lai@castedduonline.it