Polemica alla serata delle idee in Castello. Il Pd: «Bilancio positivo»
L'amianto, il campo rom, i baretti del Poetto, lo sviluppo sostenibile. Fino al Teatro Lirico e allo scambio di frecciate tra Massimo Zedda e Giampaolo Diana. È un Pd a tutto campo quello che si è riunito ieri a Castello per la Serata delle idee. Sul tavolo c'è anche la riqualificazione dell'area Sant'Elia, e poi la Fiera, il Casic e il Tecnocasic.
Il giudizio di questi quindici mesi di centrosinistra è positivo. Alle spalle 465 giorni, ora c'è la partita del futuro. I prossimi passi: le politiche sociali («con la famiglia al centro e un maggior coinvolgimento dell'associazionismo e del volontariato»), la metropolitana di superficie («la grande partita che stiamo giocando») e la scommessa di un agenzia immobiliare pubblica «che possa risolvere il problema casa utilizzando il patrimonio esistente e abbassando gli affitti».
La squadra del Democratici è al completo. «Non era semplice governare dopo vent'anni di centrodestra», esordisce Yuri Marcialis, segretario cittadino del partito. È lui ad aprire il dibattito. «L'eredità lasciata dalla Giunta Floris era disastrosa», aggiunge Davide Carta, leader del partito tra i banchi di via Roma. Al tavolo c'è anche il sindaco Massimo Zedda: «Se non ci fosse il partito democratico non esisterebbe il centrosinistra. La politica non è un operazione in solitudine».
Cagliari capitale del Mediterraneo? «È un progetto anacronistico, ragioniamo in termini di capitale della Sardegna». Sul piatto c'è anche la raccolta differenziata. La sfida dei Democratici: «Fare in tempi brevi la gara attivando anche gli ecocentri», dice Carta.
Anche per Giampaolo Diana, capogruppo del Pd in Consiglio Regionale, il bilancio è positivo. Ma la vicenda del Lirico scalda gli animi. «Le risorse ora ci sono, siamo senza sovrintendente», dice con una sottile vena polemica Diana. I toni si accendono. «La vertenza è risolta», controbatte il primo cittadino. La scelta del sovrintendente di fatto non è ancora diventata realtà. «Dev'essere fuori da logiche politiche», sottolinea Diana. È il momento di Tuvixeddu, «l'amministrazione in quest'anno ha fatto più di tutte le altre, ma piange il cuore vederlo chiuso». Oggi si replica, sempre al Ghetto.
Sara Marci