Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ora scelte importanti per rilanciare il quartiere

Fonte: L'Unione Sarda
10 settembre 2012


L'opinione
 

Giulio Zasso
Un viaggio in aereo, un'occhiata dal finestrino. L'area di Sant'Elia e lo sbocco sul mare mostrano una bellezza quasi superba che una città inspiegabilmente protesa verso l'entroterra non è mai riuscita a catturare. Le scelte miopi degli amministratori di quarant'anni fa hanno compromesso lo sviluppo naturale del capoluogo verso il litorale. Uno stadio sovradimensionato e i gelidi palazzoni dormitorio hanno ottenuto la duplice conseguenza di creare un quartiere ghetto e di spegnere ogni vocazione urbanistica e turistica del fronte-mare con potenzialità incredibili. Fu un errore portare il calcio da quelle parti, anziché in aree ben più idonee come la piana di San Lorenzo, il Quadrifoglio, Pirri. Le conseguenze si sono viste: uno stadio in grado di accendere Sant'Elia giusto un paio di volte al mese, troppe notti buie nel quartiere delle mille paure. Senza dimenticare il dedalo di superstrade nato per servire l'impianto sportivo. Ora è diventato persino tutto inutile dopo lo strappo Comune-Cagliari calcio che ha portato i rossoblù a Quartu. Di sicuro per qualche anno, forse per sempre.
E allora è tempo di rimboccarsi le maniche per accendere una luce nuova su Sant'Elia. Ben venga l'idea della passeggiata che ridisegnerà il litorale, purché sia la cornice di un progetto dai colori ben più intensi. L'idea immediata: creare radici solide e “invernali” per l'arena concerti nata in fretta e furia quest'estate. L'idea stuzzicante: buttare giù il Sant'Elia e reinventare il pezzo più pregiato della città.