I locali affidati dal Comune alla Caritas non sono più idonei
CAGLIARI Cresce la povertà in città e con quella le code davanti ai cancelli della Caritas in via Po per chiedere cibo e abiti usati: «Ogni mese aiutiamo tremila famiglie» affermano gli operatori del centro diocesano di Assistenza. Questo è quanto rilevato dal sopralluogo effettuato lunedì mattina dai consiglieri della commissione politiche sociali del comune, presieduta da Fabrizio Rodin (Pd): «Sono in aumento gli abitanti di Cagliari che negli ultimi anni affollano il centro di assistenza di via Po». Il centro, attivo ormai da trent'anni, apre i cancelli due volte alla settimana, dalle 8.30 a mezzogiorno. E’ gestito da venti volontari che stabiliscono una lista delle persone registrate, le quali si fanno trovare nei giorni stabiliti seguendo un ordine alfabetico. Le forniture di cui si avvale la Caritas, per lo più alimentari, arrivano dalla Comunità Europea attraverso l'agenzia per le erogazioni in agricoltura. «Ogni anno ci arrivano dalla Ce beni per 150 mila euro - hanno spiegato i volontari - mentre l'otto per mille della Diocesi ci assicura circa 30 mila euro in denaro». I problemi di gestione rischiano di compromettere l'efficacia degli aiuti. I locali affidati alla Caritas dal comune, ricavati da un ex mattatoio, non sono più idonei: «Caldo d'estate e freddo d'inverno, più i disagi derivanti dall'utilizzo di un locale non propriamente a norma» ha spiegato la volontaria Anna Luciani. Rodin ha assicurato che lunedì prossimo parlerà con l'assessore ai lavori pubblici Luisa Anna Marras e con l'assessore al patrimonio. «I locali vanno resi idonei con gli opportuni interventi – conclude Rodin – oppure si trovi un'altra soluzione». Pierluigi Carta