Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Ombre sulla consulenza per Tuvixeddu

Fonte: La Nuova Sardegna
6 settembre 2012

I legali della Regione: «Relazione da bocciare, è fuorviante, impropria e non indipendente». Il 13 ultima udienza a Roma

LA CONTROVERSIA ARBITRALE» È SCONTRO APERTO



I legali della regione: Deloitte ha risposto a quesiti che nessuno aveva posto, senza atti illegittimi non può esserci alcun risarcimento

di Mauro Lissia wCAGLIARI

La consulenza tecnica disposta dal collegio arbitrale per stabilire quali sono state le cause del ritardo nella realizzazione del progetto immobiliare di Nuova Iniziative Coimpresa a Tuvixeddu dev’essere dichiarata inammissibile perché è fuorviante, disseminata di errori, entra impropriamente nel merito delle questioni giuridiche e risponde a quesiti che nessuno aveva posto. A sostenerlo nella memoria conclusiva depositata alla sede romana degli arbitri sono gli avvocati dell’ufficio legale della Regione - Sandra Trincas, Mattia Pani, Roberto Murroni e Giovanni Parisi - dopo che i colleghi che rappresentano il costruttore avevano attribuito all’amministrazione la piena responsabilità dello stop al progetto immobiliare, rimasto impantanato tra i ricorsi e le sentenze amministrative. L’atto degli avvocati regionali è durissimo: respinta ogni responsabilità della Regione, i quattro legali ricordano come sia stata in ultimo l’ormai celebre decisione del Consiglio di Stato dell’aprile 2011 a confermare la validità del piano paesaggistico regionale e i vincoli imposti dall’amministrazione in base a quello strumento. Fanno riferimento alla sequenza di autorizzazioni negate nell’arco della controversia da parte delle sovrintentendenze e soprattutto ai nuovi ritrovamenti archeologici accertati ormai pacificamente - e citati dai giudici di palazzo Spada - che hanno modificato radicalmente la situazione di Tuvixeddu dopo l’accordo di programma del 2000 che dava il via libera a Coimpresa. Ma al di là delle realtà acquisite l’ufficio legale della Regione attacca frontalmente il consulente Deloitte Advisory attribuendogli una sequenza di «svarioni» che riguardano fra le altre cose il calcolo dell’eventuale danno economico arrecato al costruttore, sottolineando come in mancanza di un atto illegittimo non può esserci alcun risarcimento: «E’ dimostrata senza timore di smentita - scrivono i legali nella memoria di 120 pagine depositata in questi giorni - l’esondazione operata dal consulente tecnico d’ufficio rispetto ai quesiti arbitrali e detta esondazione nell’estrinsecarsi in un’inammissibile e non richiesta valutazione soggettiva di carattere non tecnico, inficia l’intera relazione peritale, la quale non dev’essere ammessa nel presente contenzioso arbitrale». In un altro passaggio i legali valutano la relazione come «contaminata da considerazioni che ne inficiano la terzietà, obiettività e indipendenza» aprendo la strada a sospetti e ad ombre di difficile lettura. La memoria mette in fila i passaggi contestati e contestabili della relazione - costata finora oltre 200 mile euro, suddivisi tra ente pubblico e costruttore - puntando sul nesso di causalità fra gli atti compiuti dalla Regione, i vincoli per interesse pubblico imposti sull’area dei colli e il blocco dei lavori di edificazione. Nesso legato ad atti considerati legittimi - come i giudici hanno senteziato in via definitiva - e che comunque non hanno provocato un danno economico come quello (77 milioni di euro) calcolato da Deloitte, come se l’intero compendio immobiliare di Coimpresa fosse stato costruito e soprattutto fosse stato venduto alle condizioni stabilite dal privato. Cosa che non è avvenuta e non è detto che potesse avvenire: «Coimpresa - scrivono i legali della Regione - riceverebbe una somma comprensiva di un lucro cessante (il profitto sulle vendite, ndr) che difficilmente si concretizzerà o che è comunque tutto da dimostrare». Peraltro - sostengono ancora i legali - «non si può risarcire per la ritardata edificazione di comparti che oggi sono bloccati per cause autonome e indipendenti dalla condotta della Regione». Ma al di là di questo è stata la sentenza dell’aprile 2011 a ribadire «con valenza di giudicato l’immediata prevalenza delle previsioni di tutela paesaggistica del Ppr sugli strumenti urbanistici». Un eventuale condanna al risarcimento della Regione non cambierebbe di una virgola la situazione: il vincolo su Tuvixeddu rimane. L’ultima udienza dell’arbitrato è fissata per il 13 settembre a Roma, il lodo definitivo dovrebbe arrivare a metà novembre. Ma sulla decisione pesa il ricorso alla Corte d’Appello civile di Roma sul lodo non definitivo, che sarà esaminato soltanto nel 2016.