Le associazioni di volontariato della provincia di Sassari, escluse dalle operazioni, protestano
L'allerta delle forze in campo è avvenuta in modo tempestivo e adeguato, ma i soccorsi non sarebbero stati coordinati con la precisione che il momento richiedeva per mancanze di carattere tecnico. Lo conferma una lettera alla presidenza del Consiglio del coordinamento delle associazioni di volontariato di protezione civile della provincia di Sassari: «Non hanno attivato né noi né quelle di tutto il territorio regionale, 500 volontari potenziali. Perché?».
Che la polemica sia innescata si intuisce da questo “richiamo”. Quella vera è atterrata a Cagliari direttamente da Roma, dopo un volo senza vuoti d'aria. Tuoni e fulmini (non solo in senso figurato) hanno accompagnato la relazione di Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, alla presidenza del Consiglio dei ministri. La conclusione è il prologo: «In futuro», per evitare perdite e danni ingenti come quelli registrati negli ultimi giorni, «sarà indispensabile sviluppare strategie integrate di gestione del rischio».
Nell'informativa urgente a Palazzo Chigi, Bertolaso suggerisce di mettere in campo strategie integrate di prevenzione, «nelle quali le diverse azioni strutturali, come le opere pubbliche, e non strutturali, come il sistema di allertamento, gli interventi di delocalizzazione e di governo del territorio, possano svolgere il ruolo che loro compete. Ancor di più oggi, per via della carenza di risorse economiche, questo aspetto richiede una sempre più attenta valutazione e pianificazione degli interventi in termini di efficacia e sostenibilità e un'azione coordinata delle amministrazioni statali e regionali competenti in materia». Nella relazione emergono tutti i limiti della Protezione civile regionale: «Per quanto riguarda l'azione di protezione civile, che si è dispiegata a partire dalla tarda serata del 21 ottobre sui territori interessati agli eventi, il quadro legislativo, adottato di recente e in continua evoluzione, non sembra avere dato certezze e ruoli precisi ai diversi attori che concorrono alla gestione dell'emergenza. In particolare, si sono evidenziate difficoltà di relazione e di raccordo operativo tra la componente territoriale e quella statale. Le difficoltà», è scritto ancora nel documento, «sono apparse, anche in questo frangente, accentuate dalla mancanza di un adeguato livello istituzionale di rappresentanza del sistema regionale di Protezione civile».
Quella di Bertolaso sembra una presa d'atto di un sistema di gestione del pericolo non sempre tempestiva soprattutto - così sembra trasparire nelle sette pagine della relazione, diffusa ieri - per cause dipendenti da questioni organizzative: «Il servizio regionale di Protezione civile non ha ancora oggi accesso agli strumenti di prevenzione e di monitoraggio degli eventi. Strumenti che, pur presenti nelle diverse strutture regionali e ben qualificati, non concorrono, unitariamente coordinati, neppure a produrre le informazioni minime richieste a supporto dell'attività della protezione civile stessa». Non basta: «In questo senso», è scritto ancora nell'informativa, «il servizio di protezione civile regionale dipende ancora fortemente dal Dipartimento anche per le informazioni strumentali necessarie al monitoraggio e alla sorveglianza degli eventi in atto. Bisogna tuttavia notare che, seppure in presenza di queste mancanze, l'allertamento delle forze in campo è avvenuto in modo tempestivo ed efficace da parte dei responsabili regionali».
La relazione di Bertolaso, che ricostruisce l'evento meteorologico che ha causato danni incalcolabili e la perdita di vite umane nel Cagliaritano nei minimi dettagli, riferisce tra le conclusioni il fatto che «lo scenario di evento è riconducibile agli effetti di precipitazioni fortemente localizzate su porzioni di territorio relativamente modeste». Non basta: «Questi eventi risultano generalmente di difficile predicibilità nei riguardi dei valori delle precipitazioni attese, ma il quadro meteorologico e gli effetti attesi hanno comunque indotto il dipartimento della protezione civile a emettere un avviso di condizioni meteo avverse e quello di criticità idrogeologica sulla Sardegna».
LORENZO PIRAS
25/10/2008