a cura di: Andrea Deidda
Musica e arte per far rinascere Castello, in due parole Studi Aperti. E' la manifestazione, organizzata dall'Urban Center, in programma nel week end della prima settimana di settembre: per tre sere dalle 18 alle 24 le vie del quartiere saranno animate da mostre, concerti e conferenze.
L'idea si ispira all'esperienza positiva di "Studi Aperti" in altre importanti città italiane quali Roma, Milano e Napoli, dove diversi studi d'arte hanno aperto in contemporanea le proprie porte al pubblico. L'iniziativa in città è nata proprio dagli artisti del quartiere "Da anni manifestano il desiderio di vedere il quartiere rivitalizzato e sperano di poter contribuire con la loro attività anche a rilanciarne l'immagine" scrive online l'associazione Urban Center, che assieme al pittore cagliaritano Davide Siddi si è occupata di organizzare l'evento.
Dal 7 al 9 settembre dunque saranno coinvolti 15 studi d'arte, 52 artisti e 50 musicisti. Il set di concerti e conferenze sarà tra il bastione Saint Remy e quello di Santa Croce, in particolare in 5 locali: Caffè delle Arti,Caffè degli Spiriti, De Candia, Ritual, Libarium. Ci sarà spazio anche per una mostra collettiva a Palazzo Siotto, un concorso fotografico ed esibizioni dal vivo.
Studi Aperti per Castello vuole essere anche uno stimolo vista la "difficoltà di ripresa o di avvio di attività commerciali nel quartiere - scrivono- l'assenza di servizi per residenti e non, l'esigenza di un'adeguata e diversificata offerta turistica, la necessità di riaffermare la grande vocazione identitaria del quartiere, cuore della città".
Secondo Alessandro Serra, membro dell'associazione Urban Center "a prescindere dal successo che avrà l'iniziativa, due sono gli elementi che ci rendono fieri del lavoro fatto. Il primo aspetto riguarda l'entusiasmo con il quale gli artisti cagliaritani hanno fin da subito dato la disponibilità a partecipare, segnale che dimostra la poca attenzione a loro riservata nelle manifestazioni culturali cittadine. L'altro aspetto di cui andiamo orgogliosi - spiega - è che tutte le energie messe in campo non hanno richiesto alcun tipo di copertura finanziaria, le uniche spese affrontate sono state quelle per la stampa pubblicitaria. Crediamo che meglio di così non si potesse fare e siamo convinti che non ci sia bisogno di chissà quali capitali per organizzare degli eventi culturali come Studi Aperti a Cagliari"