TEATRO LIRICO
CAGLIARI Il nome del sovrintendente c’è, i dieci milioni destinati a salvare il teatro lirico dal disastro sono in arrivo. Unica assente ingiustificata una maggioranza che sostenga la scelta del sindaco Massimo Zedda all’interno del consiglio di amministrazione. Senza quella, il giovane presidente della Fondazione continuerà a tenersi stretta la designazione in attesa che qualcuno dei quattro oppositori - Oscar Serci, Felicetto Contu, Gualtiero Cualbu e Maurizio Porcelli - decida di cambiare casacca sulla base di un accordo preciso. E’ saltato già l’appuntamento dei primi fi agosto, quando Zedda avrebbe dovuto mettere a disposizione dell’organo amministrativo l’elenco dei trentadue aspiranti sovrintendenti sul quale si gioca la partita tra due fazioni piuttosto schierate anche sul piano politico. Se il fronte dei «ribelli» preme per l’attuale assessore provinciale alla cultura Francesco Siciliano, Antonello Arru - che rappresenta il Banco di Sardegna - rivorrebbe Mauro Meli, origine del profondo rosso di bilancio che ha minato il futuro del teatro. Zedda invece avrebbe un nome inedito, tutto suo, sul quale cercherà nei prossimi giorni di far confluire il consenso dei consiglieri o almeno di qualcuno di essi. Fra i tanti dubbi una cosa è certa: la salvezza programmata del teatro grazie al prestito senza in interessi dell’amministrazione è stato il frutto di un accordo bipartisan sostenuto dal governatore Ugo Cappellacci, da Giorgio Oppi, Sergio Milia e una buona parte del Pd. Come dire che l’aria attorno al Lirico è cambiata in positivo, c’è voglia di mandare avanti la prima fabbrica di cultura dell’isola. La spaccatura trasversale che segna il Cda della Fondazione potrebbe rompere questo schieramento largo, indispensabile per garantire sostegno finanziario a una struttura destinata a vivere di risorse pubbliche. (m.l)