a cura di: red, foto di Cristian Sanna
ramadan
Al posto del chiassoso vociare dei bimbi, l'invito alla preghiera dell'imam. A Monte Claro va in scena la città che cambia. Immigrati pakistani, egiziani, palestinesi, afghani e anche sardi convertiti. Tutti a sfidare il sole aggressivo di agosto per la fine del ramadan, evento religioso celebrato oggi in grande stile dalla comunità musulmana cittadina. La moschea di via del Collegio è troppo piccola. Così la Provincia ha messo a disposizione il parco di Monte Claro. Ma le trattative con il Comune e il sultano dell'Oman per la costruzione di un nuovo edificio sono in piedi.
La funzione parte verso le 9 del mattino: si onora la fine del mese sacro dei musulmani, durante i quali i fedeli di Maometto digiunano dall'alba all'imbrunire. Il raduno è nello spiazzo del parco accanto al parcheggio di via Cadello, sono circa un migliaio, uomini da una parte e donne dall'altra e ci sono anche i bambini, tutti scalzi, sopra tappetini e in grande raccoglimento. Finita la preghiera si svolge un piccolo e sobrio rinfresco, allestito sotto alcuni gazebo allestiti davanti all'ex ristorante del parco. Ci sono datteri, patatine, pasticcini e, da bere, acqua e the fresco. Ci sono vari esponenti politici. I consiglieri regionali Marco Espa, Pd e Claudia Zuncheddu, Sardigna Libera, e l'assessore alle Politiche sociali Susanna Orrù.
Ma tutti fanno la foto ricordo col rappresentante della comunità musulmana di Cagliari Sulajman Hijazi. "La nostra esigenza più importante è la costruzione della nuova moschea", spiega il giovane palestinese, "lo spazio di via del Collegio, contiene solo 180 persone e ogni venerdì siamo 600, capite che non possiamo continuare così". Per la nuova moschea servono due cose: il terreno e i soldi. Per il primo è in corso una trattativa con l'amministrazione che potrebbe dare un'area in affitto: conferma l'assessore Orrù. "Ci sono interlocuzioni in corso", spiega, "aiuteremo i musulmani per quanto è di nostra competenza, ma è impossibile che il Comune possa finanziare l'iniziativa".
Presente, per "atto di amicizia e rispetto verso Sulaiman e verso la comunità islamica" Salvatore Deidda, vicesegretario cittadino Pdl, per il quale "pur ritenendo che il Comune non debba essere considerata come un'agenzia immobiliare o concedere aree per costruire moschee, va risolto il problema della preghiera del venerdì, sia per i cittadini del quartiere Marina (il problema non si risolve pedonalizzando via del Collegio, considerato anche la vicinanza con la scuola) sia per gli stessi fedeli islamici".
Per costruire un luogo di preghiera adeguato serviranno alcuni milioni di euro, spiega ancora Sulajman Hijaazi. Così al denaro potrebbe pensarci il Sultano dell'Oman che qualche mese fa è arrivato in visita in città. Le trattative col Sultano riprenderanno nei prossimi giorni.