IL CASO. Animali ammucchiati, ciotole vuote. Ieri blitz degli animalisti
Incursione nel canile municipale, ieri mattina. Un piccolo gruppo, sei in tutto, parte di uno più grande e agguerrito: Cani sciolti Sardegna. Indosso una maglietta giallo acceso, al centro la scritta “Yes we cane”. Ore 11,30: all'ingresso c'è un impiegato. Impossibile sapere quanti sono i cani ospiti della struttura. «Non sono autorizzato a rispondere». Ogni domanda cade a vuoto.
Dopo aver firmato un registro, il tour della disperazione ha inizio. I box sono in fondo all'edificio. Spazi ridotti, 5-6 cani dentro, di taglia diversa; in molti casi una sola cuccia da dividere. Le pulizie sono affidate a una ditta esterna, l'acqua scorre dalla pompa, i cani non vengono fatti uscire. «All'acqua si sommano gli escrementi, normale che ci sia una puzza insopportabile», spiega Silvia Spano, membro del gruppo. L'aria è difficilmente respirabile. «Dicono che i cani sono ammucchiati perché stanno facendo lavori, ma la situazione è così almeno da un anno». All'ingresso, in via Brenta, c'è un cartello: “Lavori di manutenzione”. «Sarebbero dovuti finire a marzo», polemizza Tiziano Cocco, responsabile del gruppo. Il cartello c'è ancora. Nella calda mattinata, al canile, c'e anche Roberta Manca, arriva da Capoterra, con lei c'è Giulio, suo figlio, di 8 anni. Si aggira tra i box. Poi lo sguardo si illumina: l'ha trovato, è nero e ha gli occhi vivaci. Dovrà tornare lunedì, ieri era impossibile adottare un cane. «Il veterinario è in ferie». Nella struttura comunale c'è anche Pieramaria Musiu, animalista da 45 anni. Nel 1978 organizzò a Cagliari la prima marcia con i cani. «Chiedevamo il riconoscimento dei loro diritti, fu un successo». È la più arrabbiata. «La struttura è inadeguata, gli spazi sono pochi, molti cani sono in cattive condizioni». Fa parte del Nami, Nucleo animalisti molto incazzati, fondatrice dei Verdi, e della sezione provinciale della Lega antivivisezione. «Le ciotole - oltre a essere vuote - sono arrugginite, le tettoie sopra i box non riparano dal sole». Questa è l'istantanea della parte vecchia. In quella nuova le cose non cambiano poi tanto. Qualcuno lo definisce un lager. «Spazi bui e privi d'aria». Martedì scorso un altro blitz. «Sono arrivata alle 11,30», racconta la Spano. «Non mi hanno fatto entrare, il canile era chiuso». Gli orari al pubblico sono 9,30-12.
Sara Marci