LA POLEMICA. Alcune associazioni sono pronte a rivolgersi alla Procura
«Non ci sono pericoli, i sentieri devono essere riaperti». I Verdi e le associazioni che da anni accompagnano cagliaritani e turisti lungo i percorsi naturalistici del compendio Calamosca-Sant'Elia-Sella del Diavolo chiedono la riapertura immediata dei sentieri e criticano il provvedimento del Comune parlando di «attacco al turismo ecologico».
I Verdi definiscono la chiusura «eccessiva e inopportuna», specialmente ora «che si è nel pieno della stagione». Le associazioni Amici della Terra, Amici di Sardegna, Aloe Felice, Ambiente Sardegna e Cavità Cagliaritane sono pronte a rivolgersi alla Procura. «Stiamo preparando un esposto», conferma Roberto Copparoni (Verdi), «che sarà indirizzato anche a Capitaneria e Prefettura». Il promontorio di Sant'Elia è diventato un punto di riferimento per gli amanti del turismo ambientale. «Un risultato raggiunto dopo anni di lavoro che rischiano ora di essere vanificati da un provvedimento che trae la sua origine nel lontano 1987, quando venne emesso un decreto per via di una frana del costone della Sella del Diavolo, vicino a Marina Piccola, dove perse la vita un carabiniere che si trovava in spiaggia».
Oggi si vuole estendere il vincolo per motivi precauzionali e si nega l'accesso ai visitatori in una delle più belle aree paesaggistiche della città. «Si invita pertanto il sindaco a limitare la vigenza del divieto ai soli punti effettivamente a rischio, rimuovendo il vincolo dai percorsi agibili e attivandosi per mettere in sicurezza il compendio». Per gli ambientalisti privare la cittadinanza di un sito di interesse comunitario, qual'è Calamosca, «è un fatto grave. È come se si vietasse l'accesso a Monte Urpinu solo perché in alcune parti vi sono stati cedimenti». (p.l.)