L'opinione
A giudicare dalla marea di sms, mail e lettere che stanno arrivando in redazione, questa vicenda dei rom continua ad essere al centro dell'attenzione dei cagliaritani.
È evidente che l'estrema delicatezza del tema, ovvero l'integrazione di un'etnia che ha storicamente dovuto subire crudeli persecuzioni ma che spesso è entrata in conflitto con le comunità ospitanti per comportamenti delinquenziali e il rifiuto delle basilari regole del vivere civile, si presta alle facili demagogie di una sinistra buonista e ipocrita e di una destra populista e razzista.
Fuori dalle estremizzazioni, è doveroso tuttavia ragionare sui fatti e chiedersi perché lo sgombero del campo sulla 554 e le discutibili modalità del piano di assegnazione di alloggi ai nomadi siano andate ad urticare la sensibilità dell'opinione pubblica. Detto che un problema così grosso, che si trascina da anni, non può essere risolto con la bacchetta magica e non può nemmeno essere ascrivibile alla responsabilità di una singola giunta comunale, mi sembra di poter dire tranquillamente che i pesanti effetti della recessione stiano contribuendo ad esacerbare gli animi. Per quanto i fondi utilizzati siano in gran parte quelli europei, tanti cagliaritani in gravi difficoltà economiche (ma anche giovani in cerca di un futuro, probabilmente facenti parte a pieno titolo del suo elettorato...) faticano a non vedersi penalizzati dalle priorità d'intervento (piste ciclabili, notti colorate, ecc.) individuate dall'amministrazione Zedda. Si può, anche da parte nostra, esprimere qualche perplessità senza dover esser accusati di partigianeria?
Massimo Crivelli