L'opinione
di Enrico Pilia
Quella coppia ti guarda. Palesemente, ascolta i tuoi dialoghi dal tavolo vicino. Sono le 14, fuori dal ristorante ci sono 40 gradi, il cibo e l'aria fresca sono il rifugio ideale per sfuggire a un sole implacabile. La coppia è sulla quarantina, dalle facce si intuisce che ha divorato ogni istante di una vacanza sul mare, a Costa Rei. Lui e lei sono toscani, si presentano e con educazione pongono una questione che ti stende: «Questa sera dobbiamo partire con la nave, Cagliari è bellissima, volevamo passare una giornata fra negozi e panorami, ma abbiamo trovato solo panorami». Domenica d'agosto in una città “turistica”: anche nel pomeriggio, seppure stravolti, decine di turisti - giovani, anziani, in gruppo - vagano intorno a via Roma cercando anche vetrine dove - magari - spendere qualcosa. Tutto chiuso, da cima a fondo. La coppia toscana non ci sta e chiede: «Ci indica dove sta l'Auchan?». Di Cagliari ricorderanno soprattutto un centro commerciale, oltre i panorami che nessuno ci porterà via. Almeno quelli.