Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«La Caritas aiuta a superare situazioni vergognose»

Fonte: L'Unione Sarda
13 agosto 2012

 
DON MARCO LAI




CAGLIARI Ancora qualche giorno e tutte le 29 famiglie dell'ex campo nomadi sulla 554 avranno una casa. La Caritas, che cura la realizzazione di questo progetto voluto da Comune e Regione, ha già dato un tetto al 65 percento delle 157 persone (96 minori) che ne avevano bisogno. «Per il restante 35 per cento - dice don Marco Lai, direttore del braccio caritativo della diocesi - siamo alle fasi finali». Tutti nell'area vasta cagliaritana: tre famiglie a Monserrato, quattro a Quartu sant'Elena, due a San Sperate, una a Selargius, una a Decimomannu. Un gruppo si trova ancora nella nell'ex Istituto saveriano, in via Sulcis, una decina di persone sono ospiti di amici. «Entro Ferragosto - assicura don Marco - quattro mura di un'abitazione proteggeranno tutti i rom». Costo medio dell'operazione: 100 euro mensile per persona. «È stato il parametro base che ci ha guidato nella ricerca delle case in affitto», precisa il direttore Caritas. «Molti si sono meravigliati per questo sollecito intervento del Comune di Cagliari e della Caritas per dare una casa ai rom. È stata la risposta a un'emergenza umanitaria, ambientale e sociale nel rispetto - spiega don Lai - della normativa comunitaria, che ha chiesto a tutti gli stati membri di superare i campi. Il vero problema è l'inclusione sociale di gruppi di persone non più nomadi, ma ormai residenti in città da 20-30 anni». La Caritas, nel quartiere generale di viale Sant'Ignazio tengono a precisarlo, non ha riservato ai rom un trattamento speciale. «Ci siamo mossi - aggiunge don Lai - secondo lo stile e lo spirito che ha caratterizzato sempre i nostri interventi: per l'inserimento dei romeni, ghettizzati nel 2006 nella trincea di via del Commercio, per aiutare l'anno scorso 30 famiglie cagliaritane improvvisamente rimaste senza un alloggio, per chiudere definitivamente “l'hotel Senegal”. Un occhio di riguardo per gli stranieri? «La Caritas tratta tutti allo stesso modo: immigrati e residenti. Ma è bene che si sappia - dice il parroco di Sant'Eulalia - che l'80 per cento degli aiuti va a persone sarde». Dopo la fase emergenziale - chiusura del campo - e la ricerca di una casa per i rom, partirà la terza fase dell'inclusione sociale con progetti personalizzati e di gruppo per i giovani, i bambini, le famiglie: riguarderanno la scuola, l'assistenza sociale e sanitaria, e, se possibile, anche il lavoro. Mario Girau