Castello alla prova di Ferragosto
Michele Ruffi
«Troppi divieti e troppo rumore, siamo stufi», scrivono gli abitanti di Castello nei giorni in cui il quartiere diventa l'ombelico notturno della città, tra concerti e spettacoli di strada. Lamentele legate a doppio filo con l'esperienza degli scorsi anni, quando i festeggiamenti di Ferragosto trasformarono le vie del centro storico in una discoteca a cielo aperto, con tutto ciò che ne consegue: urla e musica fino all'alba, bottigliate sulla folla in via Università (autore del lancio un abitante con i nervi meno saldi dei vicini di casa) e altri problemi legati a decibel e maleducazione.
Le premesse di quest'anno però sono diverse: i gestori dei locali notturni hanno promesso di rispettare gli orari concordati con il Comune e con i comitati di quartiere. Insomma: si tratta di aver pazienza per cinque giorni, in cui le strade saranno chiuse (per tutti) esclusivamente durante gli spettacoli. Queste le garanzie messe sul piatto della bilancia dall'amministrazione durante la conferenza stampa di presentazione di “Afferragosto”.
Di sicuro il quartiere ha bisogno di rispetto: sono pochi quelli che si lamentano della movida, che anzi in alcuni casi ravviva e valorizza un rione affascinante ma spesso trascurato; sono tanti invece a lamentarsi della maleducazione di alcuni protagonisti della movida, che scambiano le strade per bagni pubblici, lasciano bicchieri e bottiglie su ogni muretto, urlano nel cuore della notte tanto per farlo o forse perché lo trovano divertente, sfrecciano in auto beffando Ztl, telecamere e impotenti vigili urbani. Ma i cinque giorni - anzi: le cinque notti - che attendono il rione dovrebbero essere diverse.
Si vedrà.