CAGLIARI Per rilanciare il teatro lirico (nella foto) occorre un nuovo quadro dirigenziale capace e responsabile, poi un nuovo consiglio d’amministrazione e, infine, una riorganizzazione interna del lavoro per ottimizzare le risorse umane. Lo sostiene l’Unione sindacale di base (Usb) in un comunicato. Solo in questo modo, secondo i rappresentati dei lavoratori Massimiliano Cecalotti, German Dos Santos e Paolo Piras il teatro lirico, che si trova oggi a un bivio, potrà uscire dalla crisi. Da un lato a luglio si sono verificati «alcuni miracoli»: la ridefinizione del contributo ordinario per il 2012 e la cessazione della legge precedente che, di fatto, lo legava al risanamento del debito, da un lato; e l’erogazione di dieci milioni di euro per ripianare buona parte del grosso debito che la Fondazione (da cui dipende il teatro lirico) ha contratto in questi anni di attività amministrativa, dall’altro. «Miracoli» per i quali l’Usb ringrazia sia il nuovo direttore amministrativo Alessi Loi che il sindaco Massimo Zedda che l’ha nominato «credendo a ragione che fosse l’uomo giusto per risolvere la delicata situazione amministrativa». Ma tutto questo, per il futuro, non basta. Da qui la richiesta di un cambiamento di tutto il gruppo dirigente. Infatti, secondo l’Usb occorre «responsabilità ed integrità per scelte difficili e coerenti». Ed è questa «l’unica strada percorribile per il futuro della più grande fabbrica culturale della Sardegna», ma il cambiamento sarà possibile solo rompendo con la vecchia fumosa gestione amministrativa e artistica».