Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Piano particolareggiato, nuovo rinvio

Fonte: La Nuova Sardegna
9 agosto 2012

Il documento per i centri storici è slittato a settembre. Gianfranco Carboni: «Occorre intervenire con più celerità»




CAGLIARI Il piano particolareggiato del centro storico non ce l’ha fatta nemmeno questa volta. La maggioranza comunale aveva ipotizzato di approvarlo definitivamente prima delle ferie di agosto, ma così non è stato. Eppure l’adozione (il passo precedente) risale all’aprile del 2011. Da un lato gli uffici municipali sono stati molto impegnati nella redazione del piano di utilizzo del litorale (Pul), dall’altro ci sono diversi problemi ancora irrisolti. Tra questi c’è la questione dei vuoti urbani strategici come quelli che si trovano tra via San Saturnino e via Tristani, e in via Fara: in entrambi vi sono progetti in abbondante fase di sviluppo. In via San Saturnino, ad esempio, sin dalla passata consiliatura si era sottolineata la necessità di bloccare il progetto di lottizzazione (già previsto dai proprietari). Solo che l’amministrazione non ha fondi per acquisire il terreno, nè altri spazi per una permuta. «Il problema, però, è un altro - sottolinea Gianfranco Carboni, ultimo presidente della circoscrizione del centro storico - del piano particolareggiato si parla ormai da anni. E sarebbe bene approvarlo definitivamente. Altrimenti lasciamo i vecchi rioni in una situazione ambigua: senza regole e, quindi, con maggiori difficoltà a intervenire». L’ultima fase dell’iter del piano particolareggiato comprende l’esame delle osservazioni. Tra le innovazioni del documento urbanistico dei vecchi rioni c’è anche la possibilità di una serie di interventi per agevolare opere di ristrutturazione. In particolare sarà possibile soppalcare con maggiore facilità e permettere la divisione degli alloggi. Secondo Carboni è importante dare segnali di «discontinuità col passato. Ad esempio il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha precisato che a tutti coloro che hanno delle abitazioni sfitte non verrà data alcuna altra autorizzazione per nuove costruzioni. Mentre da noi queste ultime tendono ad aumentare. Certamente si tratta, per le concessioni edilizie, di conclusione di delibere del passato. Ma, ripeto, occorre una discontinuità. In città vi sono migliaia di abitazioni sfitte e, nel centro storico, almeno il trenta per cento degli immobili inutilizzati. Per questo il piano particolareggiato è importante: perché agevola il recupero. Per questo i vuoti devono restare tali, ad uso pubblico». Da tempo anche gli ambientalisti hanno detto “no” alla cementificazione dei vuoti pubblici. Italia Nostra, Legambiente e il Wwf, più che nuove abitazioni chiedono che per gli antichi rioni si faccia un intervento di recupero. Inizialmente il piano divideva i vuoti in tre categorie: quelli strategici, che per dimensione e storia richiedono un'attenzione particolare (tra cui l’area di via San Saturnino); poi vi sono i luoghi della memoria, che hanno una loro storia e su cui si deve meditare bene prima di costruire; e, infine, vi sono i vuoti trasformabili come lo spiazzo che si trova tra via Barcellona e via Sardegna, il palazzo Aymerich (su cui è ancora viva la polemica per il blocco imposto dalla soprintendenza) e il Ghetto degli ebrei (ma per un recupero museale). (r.p.)