San Michele, emergenza idrica: senz’acqua un migliaio di famiglie. In città perdite del 50 per cento
ACQUEDOTTO»LA RETE COLABRODO
di Roberto Paracchini wCAGLIARI In città le perdite d’acqua sono vicine al 50 per cento. E circa la metà delle condotte necessità di interventi. Lo precisa Sandro Murtas, direttore generale di Abbanoa. Intanto ogni tanto scoppia una tubatura con tutto quello che ne segue. Ieri mattina, poco dopo l’alba, è capitato nell’area di San Michele-Is Mirrionis e circa mille famiglie si sono ritrovate coi rubinetti all’asciutto da via Baronia sino a piazza Medaglia Miracolosa. Oltre che per i disagi della popolazione (area allagata, rischi voragine, manto stradale saltato e strada transennata), la preoccupazione maggiore è andata all’ospedale di Is Mirrionis. Un’autobotte ha fatto la spola da Abbanoa al deposito del presidio sanitario (per impedire che il Santissima Trinità si trovasse senz’acqua) e un altro mezzo ha funzionato come pronto intervento per la popolazione del rione. Il guasto è stato rimediato attorno alle 18. Nel pomeriggio di ieri, inoltre, c’è stato un incontro tra l’amministrazione comunale (i responsabili del servizi tecnologici) e Abbanoa, con l’obiettivo di mettere a punto un regolamento di intervento per le cosiddette “zone rosse”: quelle che creano i guai maggiori perché più vecchie. In particolare sono state individuate le aree di Sant’Avendrace, di via Peschiera (dove si era creata anche una voragine), di viale Regina Margherita (dove un mese fa c’è stata un’altra grossa perdita), e nelle zone adiacenti al rione di Marina dove vi sono problemi per il sistema fognario e c’è commistione tra acque bianche e nere. L’obiettivo è quello di razionalizzare gli interventi da fare con un coordinamento tra Comune e Abbanoa. Se si interviene sui marciapiedi, ad esempio, allora prima si opera sugli allacci idrici o fognari. Il tratto di condotta saltato a San Michele risale a oltre 50 anni fa ed è del tipo di ghisa grigia, mentre quello esploso un mese fa è del tipo “400” (di quaranta centimetri di diametro) realizzato in cemento-amianto, «ma per il tipo di realizzazione non vi sono problemi di salute pubblica», garantisce Murtas. «Anche se va detto - continua il direttore di Abbanoa - che sono condotte decisamente vecchie e che spesso, quando interveniamo per riparare un guasto, con le sollecitazioni dei lavori ne lesioniamo altre parti che, poco dopo, esplodono creando un nuovi problemi». Da qui il vertice di ieri pomeriggio col Comune: per cercare di superare l’emergenza. Sino ad ora c’è stato solo un intervento di rifacimento delle condotte importante: dal 2003 al 2007 per un costo di circa quindici milioni. Ora ne occorre un altro. Intanto la situazione resta molto critica. In viale Sant’Avendrace, in sedici mesi le tubature sono esplose per tre volte creando anche alcune voragini. «Il sottosuolo della città è di formazione carsica - precisa Murtas - e questo significa che o per le perdite o per le infiltrazioni di acqua piovana si formano delle grosse cavità che diventano poi molto pericolose col rischio di implosione qualora l’acqua fuoriesca». Intanto le perdite idriche diventano un costo. In città dal 35 al 40 per cento della quantità d’acqua immessa nelle tubature non arriva ai rubinetti e si perde. Mentre un altro 10-15 per cento «non viene pagato - informa Murtas - da un recente censimento, ad esempio, abbiamo rilevato che vi sono almeno ottocento unità abitative che non hanno un contatore. E siamo solo agli inizi». In genere un 10-15 per cento di perdite dalle condotte viene considerato fisiologico, ma un 35-40 è valutato «decisamente troppo». ©RIPRODUZIONE RISERVATA