GIOVEDÌ, 23 OTTOBRE 2008
Pagina 40 - Sport
«E’ lo stadio di tutta l’isola ed è ancora solido e funzionale»
Rombodituono torna il campo per difendere la struttura dall’assalto delle ruspe
CAGLIARI. Per una volta indossa i panni del difensore ma lo fa con la grinta e la convinzione di sempre. Gigi Riva entra in tackle nella polemica sulle sorti del Sant’Elia. La storia è vecchia: Cellino vorrebbe buttare giù lo stadio per realizzarne uno nuovo, più piccolo e, dice lui, più confortevole. Il sindaco e la città, proprietari della struttura, non sono convinti delle intenzioni del presidente rossoblù e prendono tempo. La querelle va avanti da mesi ma negli ultimi giorni ha subito un’accelerazione per la “minaccia” di Cellino di far giocare il Cagliari in qualche altro comune dell’hinterland. E’ solo una boutade?
Rombodituono non ha mai temuto gli stopper avversari (eppure ha regalato tibia e perone alla Nazionale) figurarsi se si lascia intimorire dalle dichiarazioni del patron rossoblù. «Chi mi conosce sa che ho sempre cercato di tenermi lontano dalle polemiche - racconta - però le ultime affermazioni di Cellino sono insopportabili. Lui vuole costruire un suo stadio al posto del Sant’Elia e per raggiungere lo scopo sta mettendo in giro un sacco di stupidaggini. La più incredibile è relativa alle condizioni dell’impianto che viene descritto come fatiscente se non addiritura pericolante. Io ricordo a Cellino (e a chi dovrà prendere la decisione finale sulle sorti dello stadio) che il Sant’Elia è stato costruito negli anni settanta ed è stato completamente ristrutturato nel 1990 in occasione dei campionati Europei di calcio nel nostro Paese. Da allora sono passati 18 anni e non un secolo. Ma c’è di più. Nel 2006, quando si dovevano assegnare gli Europei del 2012, una commissione dell’Uefa ha visitato il Sant’Elia e lo ha ritenuto idoneo a ospitare gare internazionali. Se le cose stanno così come si fa a sostenere che lo stadio e a pezzi e che l’unica soluzione sono le ruspe»?
L’arringa di Gigi Riva è sostenuta dalla passione di chi al Sant’Elia ha scritto alcune delle pagine più belle della storia sportiva italiana e da una filosofia di vita diversa (per non dire completamente opposta) a quella del patron del Cagliari calcio. «Non ho nulla contro Cellino - conferma l’ex bomber - ma non mi piaciono certi atteggiamenti un po’ provocatori e spesso sopra le righe. Non mi piace nemmeno l’idea del nuovo stadio con i palchi per i “padroni”, con le aree vip e una capienza ridotta a poco più di ventimila posti. Questo significa escludere l’isola dalla possibilità di ospitare grandi eventi internazionali (penso, per esempio, alle partite della Nazionale) e vuol dire discriminare i tifosi. Soprattutto quelli del nord».
«Il Sant’Elia - conclude Riva - è lo stadio di tutta la Sardegna e non una proprietà privata del presidente del Cagliari. E’ l’unico vero stadio che abbiamo ed è una struttura ancora funzionale e solidissima. Invece che pensare alle ruspe Cellino dovrebbe preccuparsi della manutenzione ordinaria perchè le uniche cose che non vanno sono le tribune posticcie montate davanti alle curve e i lavori non fatti negli ultimi dieci anni. Ma queste cose Cellino le sa benissimo e i tifosi anche. Mi auguro gli amministratori comunali abbiano, almeno questa volta, il buon senso di dire no». (a.l.)