GIOVEDÌ, 23 OTTOBRE 2008
Pagina 5 - Fatto del giorno
di Alessandra Sallemi
Pioggia battente per tre ore, salvate due donne imprigionate in un seminterrato
Nel primo pomeriggio si scatena la psicosi di un nuovo nubifragio in arrivo e molti genitori si precipitano a scuola per ritirare i loro bambini in anticipo
CAGLIARI. Per tre ore la città è stata spazzata da un nubifragio di forza sconosciuta che alle 10 era finito lasciando macerie in città e morte nei paesi intorno. Le strade appena in salita sono diventate in pochi minuti torrenti da guadare, le strade pianeggianti hanno cominciato ad aprirsi in crepe lunghe, larghe, temibili. Gli alberi sono stati divelti dalla furia dell’acqua, i cassonetti rovesciati, la gente si è impaurita. Complice il buio entrato nelle scuole e negli edifici pubblici, perché era troppa l’acqua che batteva i cavi elettrici e il sistema non ha retto.
Le strade facevano impressione. Viale Ciusa, via Roma, viale La Plaia erano immensi laghi marroncini che montavano fino a metà delle ruote e non riuscivano a defluire perché i tombini erano come al solito intasati. Al mercato di San Benedetto gli operatori sono abituati alle telefonate di prenotazione della merce e ieri sono scesi numerosi a portare le buste dei clienti asserragliati in macchina perché non pensavano che quella pioggia sarebbe durata tanto e non erano attrezzati. Così è successo che un paio di giovanotti del mercato si sono messi a spalare foglie e melma dai tombini: visto che il Comune aveva saltato l’appuntamento con la pulizia, era inevitabile che una pioggia prolungata avrebbe fatto danno. Ieri però c’era un nubifragio, che ha flagellato i cornicioni deboli del centro storico, ha disseminato di buche le strade. A metà mattina non si contavano le deviazioni imposte da una costellazione di voragini aperte all’improvviso in via Cimitero, viale Sant’Avendrace, viale La Plaia, via Milano e via della Pineta. Ma fin qui è la cronaca del salotto sciupato: piccoli danni anche se potenzialmente pericolosi (un’auto in viale Cimitero è finita con una ruota in una buca e solo la prontezza dei guidatori che seguivano ha evitato un tamponamento a catena).
Alle 9 nel quartiere di Bingia Matta a Pirri dove ci sono ancora strade non asfaltate i vigili del fuoco hanno salvato due donne che non riuscivano a uscire dal seminterrato perché un torrente di fango s’era fermato attorno alla casa. La paura delle due donne era più che giustificata: a Capoterra in pieno paese un’altra donna, meno giovane di loro, non ce l’ha fatta neppure a chiedere aiuto in tempo ed è stata trovata morta nel seminterrato. Un allagamento a rischio è stato quello attorno a via Biasi: anche qui tante villette sono circondate da sterrati che ieri si sono trasformati in una fanghiglia scivolosa, impossibile prendere l’auto, molto pericoloso guidare. Non si contano le cantine allagate tra Pirri dietro il parco di Terramaini e Monserrato lungo la via Riu Mortu, vetri rotti ovunque, cassonetti dell’«umido» (sono i più leggeri) rovesciati, piante sradicate. Per la prima volta la centrale dei vigili del fuoco non aveva qualcuno che rispondesse ai numeri non di emergenza: tutti impegnati a dare seguito alle chiamate di soccorso perché ogni sorta di macchinario elettrico ieri si è bloccato. Compresi i semafori. Difficile anche scendere e salire dai pullman: scivoloni, tagli, contusioni hanno allungato le file al pronto soccorso. Il porto è stato flagellato in modo particolare: una nave da crociera aveva appena attraccato quando è volata la scala, gli ormeggi non hanno tenuto e quindi, rischiando di andare alla deriva, ha ripreso la via del mare. Se l’è vista brutta anche il conducente del pullman che aspettava i turisti per il tour ormai abituale: il bus è stato letteralmente sbattuto contro un tir che trasportava ferro, il conducente del pullman si è ferito alla fronte. All’ingresso della dogana è volato il guard rail, un’auto che passava è stata colpita, altre in sosta sono rimaste danneggiate. E’ crollato un muro che costeggia la Guardia di finanza e sono esplose le finestre degli uffici della dogana. Di fronte alla dogana il tetto di una casupola di un’officina si è scoperchiato e sono volati pezzi di lamiera sulle auto in sosta. Probabilmente ieri il maggior numero di danni sono stati contati sulle auto. Anche il traffico tra le 8.30 e le 10 è impazzito: in via Roma e nel viale La Plaia dove si innestano i raccordi per uscire da Cagliari verso la 195, la 130 e la 131 si è formata una fila lunga e disordinata di auto che procedevano a passo d’uomo perché l’acqua torbida saliva e i semafori spenti all’improvviso avevano cancellato ogni regola. I parchi hanno subito danni notevoli. A Monte Urpinu sono crollati alcuni muretti di contenimento, a Monte Claro è quasi tracimata la vasca davanti al ristorante e la fontana con il logo (la pintadera) si è trasformata in una cascata marrone.
Terramaini che è un parco interamente pianeggiante si è inzuppato di acqua, la strada del Poetto era costeggiata da una lunga striscia di fanghiglia e c’erano grandi pozze nella spiaggia, anche se finito il temporale è tornato il sole e i fanatici della tintarella non hanno saltato la calda giornata di ieri.
Un disastro invece a Giorgino: tutto il Villaggio Pescatori era sommerso di fango, anche il mare ieri si è ingrossato allagando la spiaggia e tutta la zona sotto il ponte della Scafa è stata invasa dal fango, che ha travolto le imbarcazioni portate in secco. Ha travolto anche le casupole di alcuni senzatetto che hanno occupato i depositi per i materiali dei pescatori. Infine, nel primo pomeriggio c’è stato spazio anche per un inizio di psicosi collettiva: genitori nelle scuole elementari a prendere in anticipo i figli perché si era sparsa la voce che la protezione civile avesse annunciato addirittura un altro nubifragio (ora d’inizio le 16) ed era meglio portar via i bambini.