SAN MICHELE. I carabinieri ricostruiranno la catena di responsabilità
L'interrogatorio davanti al pm Marco Cocco è durato circa 45 minuti: tempo nel quale il vicesindaco Paola Piras ha puntualizzato quanto affermato sull'Unione Sarda riguardo l'incredibile vicenda della salma lasciata deperire al caldo al cimitero di San Michele tre settimane fa (tanto che, per motivi di igiene, il medico della Asl ne aveva disposto l'immediato inserimento nella bara senza neanche farla vedere ai parenti), è tornata sulle accuse riguardo il possibile ritardo del via libera alla sepoltura da parte del pm - che avrebbe causato la lunga attesa e il conseguente danno al corpo - e ha illustrato le singole competenze di amministratori e tecnici riguardo i cimiteri. Lei, nello specifico, si occupa di loculi. Il magistrato ha ascoltato, preso nota e, terminato il colloquio, incaricato i carabinieri del Nas (il nucleo antisofisticazione e sanità) di verificare esattamente quanto accaduto dal momento della morte di Enrico Gola, l'ingegnere ucciso da un infarto a Costa Rei il 7 luglio scorso, a quello del suo arrivo a San Michele e alla decisione della Asl di chiudere la bara.
Sarà necessario capire come sia stato possibile che un uomo spirato nel primo pomeriggio sia rimasto in spiaggia per ore e portato in cimitero solo alle 21 e perché da quel momento il corpo non sia stato subito sistemato nell'impianto di refrigerazione per conservarlo. Il fratello Ezio ha sostenuto che il sistema fosse guasto, il vicesindaco ha negato e spiegato che non si poteva farlo senza il via libera del pm alla sepoltura: «Il raffreddamento avrebbe potuto alterare l'esito dell'eventuale esame autoptico». In realtà è proprio il contrario: le condizioni disastrose del cadavere - colpa del caldo - avrebbero reso impossibile effettuare le analisi. Infine, è da chiarire se davvero il regolamento cimiteriale vieti a chiunque di accedere alla sala autoptica, a eccezione del personale, regola che ha impedito ai parenti di vedere e comporre la salma.
I Nas cominceranno subito gli interrogatori. È facile intuire che saranno ascoltati i responsabili del cimitero, chi era presente al momento dell'arrivo del corpo, gli amministratori con delega a quel tipo di servizio e i parenti della vittima. Poi il pm, che indaga per rifiuto di atti d'ufficio, tirerà le somme.
An. M.