Rassegna Stampa

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Integrazione dei Rom a Cagliari, la Provincia vuole un ruolo da protagonista

Fonte: web Castedduonline.it
31 luglio 2012

 

31/07/2012 02:09Il consiglio provinciale di Cagliari, alla fine di un dibattito avviato nella seduta precedente, rilancia il ruolo di coordinamento della Provincia nelle politiche di integrazione dei rom.
E’ l’esito dell’odierna riunione consiliare alla quale hanno dato il loro contributo Safet e Boban Ahmetovic, esponenti della Comunità rom, il direttore della Caritas, Don Marco Lai, il presidente dell’Asce, Antonello Pabis, l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Monserrato, Pina Puddu e il sindaco di San Sperate, Enrico Collu. Un confronto, come sottolineato più volte, che è solo all’inizio, e sarà allargato e approfondito, nel tavolo interistituzionale che sarà coordinato dalla Provincia.
Rasserenare, ascolto, flessibilità sono le tre parole che secondo la vice presidente della Provincia, Angela Quaquero, devono essere utilizzate per affrontare al meglio la vicenda.
“L’emergenza ha creato, come era naturale, delle tensioni – ha detto la Quaquero che nella seduta precedente aveva ripercorso l’intera vicenda del campo rom sulla strada statale 554 – delle paure, delle ansie in tutti ed è compito delle istituzioni rasserenare il clima. Abbiamo bisogno – ha proseguito – di ascoltare le diverse opinioni, esperienze e progetti sapendo che questo comporta tempo e fatica e, se veramente vogliamo affrontare il tema dell’inclusione sociale, dovremo tutti quanti avere un atteggiamento più flessibile e fare un grande sforzo per capire che non ci sono verità precostituite. Dobbiamo puntare a una progettualità – ha concluso – rispettosa delle differenze e delle diversità d’opinione”.
Diversi i punti di vista dei due rom che hanno preso la parola, uno a favore della soluzione attuale che, secondo l’altro, rischia di dividerli e di non farli più sentire una comunità rom.
“Il Comune di Monserrato – ha detto l’assessore Puddu – fece 20 anni fa una scelta coraggiosa, condivisa con i Rom, di ubicare un campo rom all’interno della città. Oggi abbiamo 47 abitanti di cui solo sette non sono cittadini italiani. Quello che manca, per cui chiediamo aiuto alla Provincia – ha concluso – è l’individuazione di un’area fuori dalla città di Monserrato dove i rom possano lavorare il ferro e guadagnarsi dignitosamente da vivere”.
“Il ruolo di coordinamento e di indirizzo della Provincia della Provincia – ha affermato Pabis – è fondamentale – dobbiamo coinvolgere e responsabilizzare i rom e fare in modo che mai più siano convocati tavoli senza i rom o i loro mediatori di fiducia.
Il primo cittadino di San Sperate ha messo in luce il difetto di comunicazione che ha accompagnato la vicenda e ha ribadito la validità dei progetti di integrazione e inclusione.
Qualche numero è stato fornito da Don Marco Lai. “Il 60% dei 157 rom, di cui 96 minori, che sono stati sgomberati dalla 554, ha già un tetto, entro questa settimana arriveremo all’80-90% e contiamo, entro ferragosto, di avere trovato una sistemazione per tutti. Un risultato che – ha aggiunto – ci dà serenità per arrivare a una fase progettuale in un tavolo di concertazione che coinvolga tutti gli interessati”. “Passata l’emergenza – ha concordato Rita Corda (Pd) – dobbiamo avere un approccio di tipo progettuale mettendo in campo istituzioni, enti, associazioni, rom e lavorare in maniera quasi scientifica sul problema”. “La Provincia doveva essere coinvolta subito – ha rilevato Modesto Fenu (capogruppo Psd’az) che ha avuto parole di plauso nei confronti dell’amministrazione provinciale per il ruolo che ha assunto – prima dell’emergenza”, la difficoltà nel capire le problematiche di ogni etnia e di ogni cultura è stata sottolineata da Oliviero Melis (capogruppo Pdl) che ha chiesto un impegno sulla scolarizzazione mentre sull’importanza che ha per i rom il vivere insieme si è soffermato Andrea Dettori (capogruppo Sel). L’individuazione di un percorso che permetta di affrontar questi problemi in modo serio e concreto è stata rilevata da Antonio Atzori (capogruppo Rossomori); “questa discussione – ha detto Massimo Pusceddu (Pd) deve avere una ricaduta concreta con l’attivazione immediata di un processo che porti alla costruzione di un progetto”; secondo Ignazio Zuddas (capogruppo Federazione della sinistra) la fase di ascolto e condivisione è solo all’inizio.
“La soluzione attuale non è definitiva – ha detto Stefano Delunas (capogruppo Pd) – fra questa situazione e quella che tutti noi auspichiamo, c’è un percorso lungo e non facile da seguire che deve partire dalla richiesta dei fondi europei ad hoc”. Il presidente del consiglio provinciale, Roberto Pili, su quest’ultimo punto, ha assicurato l’impegno della conferenza dei capigruppo e delle commissioni competenti che potranno anche verificare le buone prassi esistenti.