Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Cimitero In Procura la salma abbandonata

Fonte: Sardegna Quotidiano
31 luglio 2012

SAN MICHELE Corpo negato ai parenti dell’ingegnere morto a Costa Rei: fascicolo aperto sul perché della decomposizione 

 

C’è un’inchiesta per fare luce sul perchè la salma di Enrico Gola, ingegnere cagliaritano di 50 anni stroncato da un infarto lo scorso 7 luglio, sia stata lasciata per due giorni in una sala non refrigerata del cimitero di San Michele. Il caldo torrido dell’estate ha contribuito al rapido deperimento del corpo, accelerandone il processo di decomposizione. Così alla famiglia non è stato concesso di rivedere per l’ultima volta il proprio congiunto, la cui bara è stata subito chiusa per ordine del medico della Asl, motivato da ragioni igienico sanitarie. L’ingegnere è morto di sabato, mentre si trovava sulla spiaggia di Costa Rei. Inutili i tentativi di rianimarlo: il suo cuore aveva ceduto. Il corpo del defunto venne trasportato da Castiadas al cimitero di San Michele e - in attesa di sapere se fosse stata disposta un’au - topsia o meno - venne sistemato su una lettiga di una sala il cui accesso è consentito solo al personale addetto. La famiglia del defunto non ha quindi potuto né vegliare e nè vestire il proprio caro rimasto in costume da bagno. E al dolore si è aggiunto lo sconforto, a cui i parenti dell’ingegnere hanno reagito cercando di capire quale nodo burocratico si fosse creato. Vengono rinviati al giorno dopo, domenica, quando gli viene spiegato che si aspetta il via libera della procura. Lunedì mattina però appurano che il nulla osta é stato già inviato, ottenuta una copia si precipitano in cimitero dove gli spiegano che non basta: occorre un fax da Castiadas. Quando quest ’ultimo viene spedito, la famiglia del defunto consegna i vestiti per comporre la salma e si prepara alla veglia. Ma c’è l’ultimo e definitivo stop: la bara è stata chiusa per motivi igie nici a causa dello stato avanzato di decomposizione. Senza abito e senza l’ultimo saluto. La famiglia del defunto ha subito denunciato l’accaduto, lamentando che il proprio caro era stato lasciato in una sala con l’im - pianto di refrigerazione guasto. Il Comune però aveva respito le accuse, il vice sindaco Paola Piras - con delega ai servizi cimiteriali - aveva in sostanza spiegato che quanto accaduto non è imputabile al personale di San Michele, che aveva solo rispettato la prassi, ma alla lunga attesa per il via libera alla sepoltura. Insomma nessun guasto alle celle frigorifere, solo una triste conseguenza dei tempi della burocrazia che, come è noto, non guarda in faccia neppure alla morte. Ora però, gli inquirenti cercano di capire se le regole siano state correttamente rispettate e se davvero l’increscioso episodio sia stato causato da un nulla osta arrivato in ritardo o se invece ci siano delle responsabilità nella gestione della vicenda. Sul fatto il sostituto procuratore Marco Cocco ha aperto un fascicolo e convocato nel suo ufficio il vice sindaco Piras che, in veste di testimone, è stata chiamata a chiarire quanto accaduto. Maddalena Brunetti