Cresce il numero delle prostitute extracomunitarie, ma molte si rivolgono alle Figlie della Carità per cercare assistenza
Corinne Vigo Non vogliamo lasciarle sole Nel 2011 i contatti sono stati quasi 500 Garantiti controlli sanitari e informazioni sui diritti
CAGLIARI C’è una doppia lettura del fenomeno prostituzione in città, una è chiaramente negativa: rispetto all'anno scorso è cresciuto il numero delle donne straniere che battono i marciapiedi del sesso a pagamento. Nel 2011 erano in media poco meno di cinquanta ogni giorno, sono diventate una sessantina nei primi sei mesi del 2012. L'altra lettura è positiva: un numero sempre maggiore di di queste operatrici del sesso chiede aiuto alle unità di strada, per cercare di uscire da un’attività certamente difficile da vivere. E’ la fotografia scattata dalle educatrici del "servizio di bassa soglia" - primi contatti - organizzato dalle suore cagliaritane "Figlie della Carità" per le vittime della tratta. Una volta la settimana, tutti i giovedì dell'anno, quattro esperte mediatrici culturali si avventurano nel regno delle "lucciole": viale Elmas, viale Monastir, viale Trento e Trieste, via dell'Artigianato e dell'Agricoltura, nelle vie Santa Gilla e San Paolo, piazza Sant'Avendrace. Obiettivo della missione: far emergere le varie forme di sfruttamento, che in Sardegna presenta una sola tipologia, quella sessuale, appunto. "Non vogliamo lasciarle sole - dice Corinne Vigo, coordinatrice unità di strada Cagliari e hinterland - alla mercè totale di lenoni e trafficanti nazionali e internazionali di esseri umani, di schiavisti che lucrano sulla loro clandestinità, creata ad arte sottraendo a queste ragazze il passaporto". Il primo approccio è un gesto di solidarietà: generi di conforto, capi d'abbigliamento, soprattutto l'offerta di servizi a tutela della salute, visite mediche negli ambulatori Asl 8 e consulenza psicologica. Messa al sicuro la salute, è più facile pensare a un lavoro onesto e remunerato e a percorsi per lasciarsi la strada alle spalle e intraprendere il cammino dell'inserimento sociale. Le suore hanno aperto due case d'accoglienza - a Cagliari e Sassari - porto sicuro per le ragazze desiderose di uscire dal tunnel della prostituzione. Nel 2011 le operatrici di strada hanno effettuato 431 contatti : 255 con ragazze provenienti dalla Nigeria, 11 dal Ghana, 16 da Centro e Sud America, 130 dalla Romania, 19 da altri paesi europei. Nei primi sei mesi di quest'anno il numero dei contatti sfiora quota 500 a conferma dell’impegno profuso e dei risultati raggiunti: "Siamo riusciti - aggiunge la Vigo - a entrare in sintonia e riscuotere la fiducia delle ragazze, che ogni giovedì ci aspettano per confidarci le loro necessità. E', infatti, notevolmente aumentato il numero degli accompagnamenti sanitari per analisi e visite mediche, oltre che per colloqui con assistenti sociali. Con noi le vittime della tratta prendono coscienza di tutti i loro diritti". Altro obiettivo dell'unità di strada è l'estensione della rete sociale della solidarietà, per proteggere concretamente le giovani donne - l'età media delle nigeriane è 24-30 anni, 18-25 quella delle rumene - sbattute in Sardegna dopo la tappa obbligata nei crocevia del sesso a pagamento ( Torino, Padova, Roma e Brindisi). "Finchè il territorio non si aprirà all'accoglienza e all'integrazione - aggiunge Corinne Vigo, da sette anni impegnata in questa prima linea della solidarietà - le ragazze costrette a fare la vita saranno costantemente nel pericolo, minacciate da persone che chiedono anche cinquantamila euro per il loro riscatto". Malviventi che confidano nella paura e nella conseguente omertà diffusa tra le ragazze di strada, terrorizzate dal rischio di ritorsioni. Le Figlie della Carità sono un canale di comunicazione importante, un altro sono le forze dell’ordine, in grado di aiutare le giovani donne a lasciare la strada. Mario Girau