In un terreno di 100 metri quadri si coltivano anche melanzane e pomodori
Il primo “orto urbano” in un'area abbandonata a Marina Piccola
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Dall'erbaccia di un giardino incolto al primo orto urbano il passo è breve, se di mezzo ci sono l'associazione Musa (Monte Urpinu salvaguardia ambientale) e il dipartimento di Salute mentale della Asl 8. È stato realizzato al Centro diurno di Marina Piccola e inaugurato ieri sera alla presenza dell'assessore comunale alle Politiche Sociali Susanna Orrù, dello staff medico, dei soci Musa, dei pazienti e dei loro familiari che, insieme, hanno coltivato il terreno: sette bancali in poco meno di 100 metri quadri che producono, da una cinquantina di giorni appena, zucchine, pomodori, melanzane e altri frutti della terra. Tutti rigorosamente “bio” e coltivati col sistema di agricoltura sinergica, ossia «con la realizzazione dei cumuli di terra ricoperti di paglia e la semina di diverse piante nello stesso bancale», spiega Roberto Gessa, laureato in Scienze Ambientali e coordinatore tecnico del progetto. «Ma è stata soprattutto un'attività “normalizzante” per dodici nostri pazienti - commenta il direttore del dipartimento di Salute mentale Augusto Conti - che hanno lavorato sotto il sole, coi familiari, i medici e Musa, in maniera inaspettata». Plauso dell'assessore Orrù: «Al momento socializzante fra gli “agricoltori” si è unito quello del contatto con la natura. È il primo, ne seguiranno altri».
Michela Seu