Il modello della viabilità sostenibile: «È mostruoso il flusso di 180 mila auto al giorno»
L'assessore Coni tra aree pedonali, piste ciclabili e la metro
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Il punto di partenza: «Ogni giorno in questa città ci sono 180 mila auto in movimento». I calcoli suggestivi: «Novecento chilometri di lamiera, un'area grande come cinquecento stadi Sant'Elia. Uno scenario terrificante». È il principale artefice delle rivoluzioni degli ultimi mesi, tra piste ciclabili, ztl sempre più chiuse alle auto e aree pedonali. Ingegnere, 47 anni, docente universitario: Mauro Coni, da poco più di un anno è l'assessore al Traffico e ai Trasporti nella giunta di Massimo Zedda. L'idea è fissa: «La città deve ridiventare dei cittadini, non è più accettabile l'impatto di tante auto in spazi ridotti come le vie del centro».
La teoria non fa un grinza. La teoria.
«Abbiamo iniziato dai primi tasselli, presto prenderà forma tutto l'impianto, con una nuova viabilità, nuovi parcheggi, nuovi mezzi pubblici».
L'ultima scossa è arrivata dalla chiusura del Corso. Polemiche e dibattiti a non finire.
«Giuste le une e gli altri, come è giusto il confronto dell'amministrazione con i cittadini».
Esperimento o progetto definitivo?
«Entrambe le cose. Basta guardare le immagini dei primi del Novecento. Il Corso era il più bel salotto della città, ora è ostaggio delle auto. Si può pensare a un futuro diverso».
Ci sono da mettere d'accordo residenti e commercianti.
«Abbiamo già fatto un'assemblea pubblica e l'esperienza è stata positiva. Sono stati anche introdotti dei correttivi sull'area pedonale. Gli orari, i giorni. E lunedì ci rincontreremo».
Non rischia di fare scelte impopolari?
«A volte bisogna correre certi rischi, ma alla fine si raggiungeranno i risultati sperati. Facciamo un esempio: Villanova».
La ztl?
«Quando abbiamo attivato le telecamere, ci sono state proteste e riunioni. E ora? Tutto finito. All'inizio le novità fanno paura, poi ci si abitua e si cambia mentalità».
Chiuderà tutto il centro?
«Certe strade non verranno mai chiuse, ma l'obiettivo di ridurre le macchine è concreto».
I cagliaritani vivono a pane e auto.
«Cambieranno idea e si rìapproprieranno del loro tempo e della loro città».
Come pensa di convincerli?
«L'autobus diventerà così vantaggioso in termini di tempo e di tasche che in tanti capiranno. Tra il costo della benzina, dei parcheggi e le attese nel traffico, non c'è partita».
Ma gli autobus danno ancora poche garanzie sulla puntualità e sui percorsi.
«Verranno attivate le corsie preferenziali, i tempi di percorrenza si ridurranno».
La metro leggera: piace ma il percorso è limitato.
«Il Comune di Cagliari, ma anche quelli limitrofi si sono espressi chiaramente. La metro è il futuro del trasporto».
Questione di soldi, tanti soldi.
«Partiremo dal collegamento Matteotti-Repubblica, ci sono già 8 milioni per la progettazione definitiva. Bisognerà arrivare a 20 per completare l'opera. E poi si guarderà alle ramificazioni verso tutta l'area vasta».
Ma le auto resteranno tantissime. I parcheggi sono inadeguati.
«Nei piani dell'amministrazione ci sono anche i parcheggi. Come quello di via Caprera, quelli sotterranei di via Cammino nuovo. Verrà aperta l'area di sosta del Parco della musica Punteremo anche sui fast parking. , strutture leggere e poco costose. In piazza Trento, per esempio».
Piste ciclabili in centro. Ci sono resistenze.
Torniamo a monte, alla paura del cambiamento. Ci si abituerà anche a questo e Cagliari sarà più vivibile».
E la teoria della città collinare?
«Stupidaggini, con le biciclette moderne - leggere, elettriche, servoassistite - si va dappertutto».
Le nuove piste in programma?
«Sul lungomare, tra viale Colombo, su Siccu, via Tramontana, fino al Poetto. Poi viale Sant'Avendrace, via Is Mirrionis, via Castiglione, via Tuveri».
Giulio Zasso