Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Etichette poco gradite e una città che deve crescere

Fonte: L'Unione Sarda
30 luglio 2012

Scenari
 

Sassolini nelle scarpe. Il sindaco cerca di sfatare tutte quelle leggende che circolano su di lui e che, lo ammette, gli danno un fastidio enorme: «Fidanzato con la figlia di Soru, sposato con la figlia di Soru, perfino un figlio sempre con lei: non vi dico cosa ne pensava la mia ex fidanzata, quando dicevano queste cose in sua presenza». Zedda che si alza tardi, che va a letto tardi, che pensa al Parlamento, che adora il mojito. «Bevo solo vino e birra», dice, «ma c'è dell'altro». Ci ride, il sindaco, «Mi hanno dato del gay, dopo la manifestazione del Poetto, o uno spietato conquistatore di ragazze. Nulla contro gli omosessuali, ma siamo decisamente fuori strada in entrambe le direzioni». E dopo il dialogo con la comunità islamica, ecco un'altra etichetta: «Musulmano».
Messe da parte le voci più o meno sgradevoli, si concentra sulla Cagliari che ha in mente. Passeggia nervosamente davanti alla gigantesca foto satellitare della città, nel suo studio, e disegna, con le dita, percorsi e strategie. «Entro pochi mesi, con 15 milioni di euro, daremo al litorale un profilo nuovo, migliore». Sogna un cittadino dell'hinterland che, in bici, sale sulla metropolitana leggera, sbarca a Cagliari e gira per la città usando le piste ciclabili: «Meno auto in entrata, meno inquinamento, meno caos». Le strade e la spiaggia sono più sporche di quanto dovrebbero: «Lo vediamo con i nostri occhi, ce lo dicono i turisti: “Migliorate il decoro urbano”. È la cultura, il comportamento dei cagliaritani che deve cambiare: per ogni bicchiere di plastica o cicche lasciati in giro, è lo stesso cittadino che paga perché vengano raccolti. Pensiamoci prima». (e. p.)