di Walter Porcedda
CAGLIARI Marina Cafè Noir non c'è più. Abbandonato al proprio destino e cancellato con un colpo di spugna per mancanza di soldi pubblici da parte di Regione e Comune, in modo assolutamente bipartisan. Decano dei festival letterari sardi, proprio questo anno a settembre, dal 13 al 16, avrebbe celebrato il suo decennale con un programma, come sempre di alto livello con ospiti importanti _ da Hermann Kock a Umberto Eco, solo per citarne alcuni _ con una girandola di eventi che dal cuore della Marina, quartiere storico della città capoluogo regionale, avrebbe invaso anche il porto e la centrale via Roma. Avrebbe, perché il festival stavolta non ci sarà. Sepolto, o meglio ucciso e seppellito dalla crisi, ma soprattutto dall'incompetenza di chi dovrebbe governare e invece perde tempo cacciando farfalle. Strozzato dall'assenza di risorse, pur minime, venute incredibilmente a mancare. E l'unico "noir" rimasto, nel senso del colore, cioè il nero, di rabbia e amarezza è quello che si leggeva ieri mattina dentro il Caffè Savoia (il luogo dove tutto iniziò nel 2002) sul volto degli organizzatori dell'associazione Chourmo. Un drappello di operatori che ha dato vita con passione e spirito volontario a una manifestazione di intelligenza curiosa, nei fatti apriprista di altre simili e divenute magari più ricche come quella di Gavoi, ad esempio. Marina Cafè Noir, battezzato confidenzialmente Mcn, è sempre stato un festival di letterature applicate un po' ribelle e corsaro, poco incline ai diktat delle case editrici. Ha ospitato personaggi di spicco come Roberto Saviano quando era poco conosciuto, Paco Ignacio Taibo, Serge Latouche, Nanni Balestrini, Marc Augè etc… Un evento senza padrini o testimonial di grido, e forse magari è stato un limite, ma che certo non aiuta a capire l'altro "noir": quello della sua fine. Che poi ha poco di oscuro ma anzi è bello chiaro: una piccola illuminante storia di come vanno le cose di cultura in questa Regione e nella sua città capoluogo. Per farla breve Mcn che ha un budget risicato di circa 140 mila euro – davvero minimo per iniziative simili, costruito grazie ai rapporti personali con scrittori e artisti che vengono in Sardegna solo con biglietto aereo, alloggio e piccoli rimborsi – ha la bellezza di 40 mila euro deliberati per il 2011 ma mai visti. Regione: il festival è stato eliminato dai contributi del Turismo perché non ritenuto di interesse internazionale (meno 9mila euro assegnati però nel 2011). A questo si è aggiunto ora il taglio del 30% dell'assessorato alla Cultura. Solamente avantieri è giunta infatti la comunicazione di una delibera di 35 mila euro (quasi un taglio complessivo di circa il 50% rispetto al 2011). La Provincia, che nel 2011 ha erogato 15 mila euro, allo stato attuale non ha quantificato il finanziamento. E infine il Comune. Che non solo non ha reso noto il contributo per questo anno («A cosa serve che ci chiedano di presentare i progetti entro ottobre se a luglio non sanno ancora dirci quanto ci daranno?» ha polemicamente chiesto uno di Chourmo), ma non ha mai liquidato quello del 2011. Si tratta _ hanno spiegato gli organizzatori _ di 29 mila euro che la Giunta di Massimo Zedda ha deliberato (e ci furono anche polemiche dell'opposizione in Consiglio sull'ammontare del finanziamento rispetto alla domanda giunta fuori tempo) ma non ha mai erogato. «Ci hanno detto che hanno difficoltà a liquidarci per motivi tecnici». Cioè, mancherebbe la firma di un funzionario. Dopo oltre un anno? E adesso? Anche se domani arrivassero quei contributi sarebbe impossibile rimediare. «Il festival non è una rassegna_ spiegano Casti, Scanu, Murru, Mendolia, Birocchi e Adamo _ ma un concept da sviluppare con eventi di qualità. I tempi tecnici non ci sarebbero». E per il futuro? «Non sappiamo. Di certo ora non si parte. L'anno del decennale è sepolto. Se avremo forze e idee potremo allestire qualche cosa a dicembre, ma non sarà un festival». L'assessore provinciale Francesco Siciliano, l'unico amministratore ad essere presente lancia un'idea. «In tempi di crisi come questa è necessario un tavolo con Regione e Comune, per capire su quali manifestazioni puntare e salvare. Mcn è una di queste, una delle poche con un meccanismo culturale finalizzato a un progetto sociale». Questo per un ipotetico futuro. Ma per il presente la chiusura di Mcn ha il sapore cocente della sconfitta. Un altro episodio allarmante di progressiva desertificazione culturale che sta colpendo da tempo l'isola e il suo capoluogo.