Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Abbanoa, i lavoratori in stato di agitazione

Fonte: L'Unione Sarda
21 ottobre 2008

la polemica


Un'assemblea che vale come un ultimatum ad Abbanoa. «Siamo pronti a occupare la sede della società. E non solo: stiamo valutando l'ipotesi di bloccare gli impianti». Si sono dati appuntamento, ieri, alle 10, sotto il palazzo della Regione in viale Trento, i lavoratori delle ditte appaltatrici del gestore unico del servizio idrico, operai che curano la manutenzione degli impianti di depurazione e potabilizzazione. Alle spalle, una vertenza lunghissima e davanti la prospettiva peggiore, che uno degli striscioni all'ingresso ricordava: “Futuri lavoratori di Abbanoa uguale futuri poveri”. Per scongiurare questo scenario, i lavoratori sono scesi nuovamente in piazza optando per un'assemblea sotto la presidenza, con l'impegno che la mobilitazione non si limiterà a un sit-in in caso di risposta vaga e non soddisfacente. E dovrà arrivare proprio oggi, pretendono i sindacati: alle 12, infatti, è previsto un incontro nella sede cagliaritana di via Jenner con le sigle confederali.
Ieri una delegazione è stata ricevuta dall'assessore regionale ai Lavori pubblici, Carlo Mannoni. «Ci ha informato sulla convocazione - dice Michela Rossi, Cisl-Fit - e ha promesso di intervenire sul caso della Gallura, dove i lavoratori dovranno iscriversi a un'agenzia internale per poi essere richiamati a tempo determinato».
LE RICHIESTE Per il resto, il ventaglio delle richieste resta invariato. A partire dalla definizione dei passaggi e del calendario della stabilizzazione che, al momento, non soddisfa. «Date certe e impegni scritti», dice le priorità Giovanni Pinna, segretario regionale Cgil-Fp, «altrimenti occuperemo subito la sede e potremmo fermare gli impianti. Abbiamo anche già attivato le procedure per proclamare dello sciopero regionale». Non si esclude nemmeno la possibilità di passare ad azioni legali: i 500 lavoratori vogliono entrare a far parte di «un processo di stabilizzazione differente da quanto prevede il piano unilaterale di Abbanoa», afferma Michela Rossi. La differenza, che sta nella tutela dei livelli occupazionali e nel riconoscimento sia economico che professionale, la farebbe proprio un «accordo chiaro, definito e soprattutto concordato con i sindacati».
MARIANGELA LAMPIS

21/10/2008