Il pm chiede il rinvio a giudizio per l'ex sindaco e Cadau
L'ex sindaco Emilio Floris l'ha detto appena ha saputo della chiusura delle indagini nei suoi confronti: «La mia è stata una scelta di buon senso». Dal suo punto di vista non si potevano abbattere i chioschi del Poetto in piena estate, creando disagi e pericoli ai bagnanti. Meglio spostare tutto a fine stagione.
Giustificazione che però non ha scalfito le convinzioni del pubblico ministero Gaetano Porcu, il quale un mese dopo la notifica di quell'atto ha chiesto il rinvio a giudizio per l'ex primo cittadino e per l'ex segretario generale del Comune Pietro Cadau, entrambi accusati di concorso in abuso d'ufficio e falso ideologico. Su quegli stessi baretti è già in corso un processo per abusivismo edilizio. Al centro della vicenda giudiziaria ci sono le dieci ordinanze con cui il 14 maggio 2011, alla vigilia delle elezioni amministrative, Floris aveva ordinato la sospensione sino al 30 settembre della loro demolizione giustificando l'iniziativa con l'esistenza di gravi problemi di sicurezza. Dopo alcuni mesi però il Servizio di edilizia pubblica aveva riavviato l'iter delle demolizioni, mentre il pm aveva aperto un fascicolo per chiarire se le ordinanze fossero state adottate secondo legge. Risposta negativa: stando al magistrato l'adozione delle ordinanze si basava «sul falso presupposto di una situazione di grave criticità» e procurò «un ingiusto vantaggio patrimoniale ai gestori dei chioschi» rappresentato «dalla prosecuzione dell'attività sino al termine della successiva stagione estiva». Inoltre Floris e Cadau avevano «falsamente attestato» che tutti i partecipanti alla conferenza di servizi del 18 aprile avevano convenuto di sospendere le demolizioni, mentre in realtà «erano semplicemente stati richiesti dei pareri tecnici» e non si era dato atto «delle ferme perplessità manifestate dai dirigenti del servizio Edilizia privata Clara Pala e delle Attività produttive Ersilia Tuveri». (an. m.)