Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il bar galleggiante nel Portus Karalis

Fonte: La Nuova Sardegna
25 luglio 2012

 
Presto l’inaugurazione della chiatta nel porto storico, mentre si apre la discussione sul rapporto tra scalo e città




CAGLIARI Una chiatta nel Portus Karalis, davanti ai portici di via Roma, con un bar aperto al pubblico. Viene inaugurata in questi giorni e ha dovuto attendere a lungo per avere le autorizzazioni necessarie. Non sono ben viste le attività commerciali al di là della separazione porto-città e questo è un grande argomento che prima o poi dovrà entrare nell’agenda delle discussioni tra l’autorità portuale e il Comune. L’occasione arriverà a fine anno quando tutte le concessioni attive adesso in porto scadranno, quella per i parcheggi per esempio è già scaduta, e bisognerà decidere cosa fare degli immensi spazi che saranno di nuovo nella disponibilità dell’autorità portuale. Intanto si dovrà decidere della spianata di Sa Perdixedda, che ora è un filare di capanne con tanto eternit da smaltire e che, una volta liberato il porto storico delle merci, mette in gioco una quantità di aree di cui, il cittadino abituato a stare al di là del cancello, quasi non ha la percezione. Ma anche dall’altra parte del porto, vicino alla vecchia darsena dove al momento c’è l’unico ingresso non pericoloso per i pedoni, ci sono due spazi di interesse per la posizione formidadile: uno è la Capitaneria di porto che il piano regolatore proprio ha eliminato e l’altro è il grande cubo che ospita i vigili del fuoco, affacciato anche questo sul mare. «Un porto turistico ha bisogno di servizi», è questa la frase asciutta che il presidente dell’autorità portuale Piergiorgio Massidda è disposto a concedere richiesto di spiegazioni sul futuro dei numerosi spazi dentro il recinto portuale. Il problema: la città coi servizi è separata dal porto da un’autostrada pericolosa, la riorganizzazione della via Roma è un passaggio indispensabile per collegare il porto alla città, ma anche tutti gli spazi dentro il porto un tempo appalto esclusivo degli operatori portuali e di un’umanità sbandata che si rifugiava tra Sa Perdixedda e il ponte della Scafa, devono entrare nella discussione sulla trasformazione della città in cerca di qualità di vita e anche di opportunità di lavoro. Il porto è vuoto, libero, affacciato sul mare: un’occasione per rilanciare la città e consegnarle una personalità che finora è rimasta nell’angolo. Massidda l’ha detto chiaro: per fare turismo il porto può fare molto, ma non tutto, una parte importante spetta alla città. (a.s.)