I rioni che cambiano
CAGLIARI «Grandi trasformazioni investono e investiranno il paesaggio urbano della città di Cagliari, specie nei suoi quartieri storici che rappresentano il fulcro vitale attorno al quale è andata poi sviluppandosi la città moderna». È il parere di Corrado Zoppi, urbanista e dottore di Ricerca in pianificazione territoriale, e studioso dei quartieri storici di Villanova e Marina. «Il cambiamento inizia tra il finire degli anni Ottanta e la prima meta dei Novanta - continua - con il progetto Urban a favore dello sviluppo sostenibile di città e quartieri attraverso il quale sono stati costruiti tutti i vari sottoservizi come strade, panchine, piantumazione etc. etc. Un fenomeno che ha poi contribuito al processo di gentrificazione di questi quartieri, ossia a quel processo per cui cui i decadenti quartieri del centro cittadino vengono recuperati attraverso un apporto di capitale privato. Alla ristrutturazione degli immobili segue l'insediamento di un nuovo tipo di inquilini middle class – la nuova gentry (ceto più abbiente del precedente) appunto». In questo processo «gli originari abitanti vengono “rimossi”, sia in senso lato che letterale e destinati a zone più periferiche, anche se non tutto ciò che riguarda la cosiddetta gentrificazione è negativo. Ne risulta comunque un miglioramento complessivo delle zone interessate poiché queste aree vengono provviste di infrastrutture commerciali all'avanguardia e la loro promozione è curata nei minimi particolari». Un quadro che cambia da situazione a situazione. Il cambiamento che «interessa i due quartieri di Villanova e di Marina, ad esempio, è dovuto anche alle nuove etnie insediatesi (siamo ormai alla terza generazione) nel tessuto urbano ed è quindi multiculturale, con tutte le ricadute positive che questa ha sul territorio rappresentando unrricchimento sia economico che culturale». Spetta, poi, agli urbanisti e agli amministratori sorvegliare culturalmente le operazioni immobiliari e avviare un dialogo continuo per preservare il territorio dalle ricadute negative della cementificazione selvaggia mascherata sotto l' ombrello dello sviluppo. «La speculazione immobiliare nella nostra città non è un fenomeno nuovo - precisa Zoppi - tuttavia a Marina e Villanova non vedo una grossa spinta speculativa; gli interventi sono di media dimensione e non hanno intaccato, anche dal punto di vista estetico, la fisionomia dei quartieri. Ma attenzione. Questo non è dovuto ad un' improvvisa conversione filantropica degli immobiliaristi. Semplicemente in queste aree non esiste una convenienza economica a farla, come invece esiste in altre parti». Michele Ciampi